sabato 24 gennaio 2009

L'ora del tè.

Il mio coinquilino indiano non finisce mai di stupirmi.

Ormai ci incontriamo sempre più spesso nella nostra minuscola cucina, che può contenere al massimo due persone contemporaneamente. Ovviamente solo se una delle due è di origine indiana.

Questo pomeriggio l'ho incontrato due volte in cucina, intento ad armeggiare con una pentola e dell'acqua dentro. Da uno scarno dialogo ho compreso che preparava del tè, ottimo per il suo mal di gola.

Per nulla intenerito, non ho pensato più agli incontri fino all'ora di cena: infatti, mentre arrivo in cucina affamato e ben disposto verso le arti culinarie, lo ritrovo lì.

Da un dialogo un po' meno scarno capisco che deve solo fare di nuovo il tè e che in 5 minuti finisce tutto. A metà tra il curioso e il rassegnato, mi accingo a cucinare accanto a lui.

E mentre io sapientemente scotto sulla griglia una maestosa Irish rumpsteak (rigorosamente "matured on the bone"), il simpatico indiano inizia a decantarmi le lodi del suo ottimo tè, porgendomi un sacco da circa 28 kg in cui è presente una profumata polverina marrone, molto sottile. A suo dire una vera leccornia indiana.

E così, mi spiega per bene come si fa un vero tè indiano, il tè che, cito testualmente, "il 90% delle persone in India beve almeno 2-3 volte al giorno".


Ingredienti per 1 persona
- Un sacco di tè indiano marrone finissimo
- Latte intero
- Una radice di zenzero
- Zucchero

Prendete una tazza di acqua del rubinetto e mettetela a bollire in un pentolino e nel frattempo riscaldate mezza tazza di latte nel microonde. Prendete una radice di zenzero e sbattetela ripetutamente su un tagliere, poi affettatela finemente e gettate le fettine nell'acqua bollente insieme ad un cucchiaio di tè preso dal sacco. Aggiungete adesso il latte caldo e 2 cucchiai colmi di zucchero e lasciate bollire per 2-3 minuti, fino alla comparsa di una corposa schiuma rosata.

Filtrate il composto e versate il liquido in una tazza, aggiungendo qualche fettina di zenzero per dare sapore speziato.


Dovrei riuscire ad aggiungerlo su Facebook, se solo riuscissi a capire come traslitterare il suo nome dall'indiano. E pensare che oggi mi ha perfino raccontato la tristissima origine del suo nome.

Ma questa è un'altra storia.

mercoledì 21 gennaio 2009

Nouvelle cuisine.

Tra le cose che ho lasciato quando sono andato via e che ho ritrovato qui a Cambridge c'è anche il mio fantastico coinquilino indiano, di cui per altro non riesco mai a comprendere il nome.

Infatti, come è tipico delle residenze universitarie inglesi, condivido la cucina e il bagno con altri studenti e, tra i tanti, il più pittoresco è proprio lui.

Specialmente perchè ammorba la nostra cucina con un odore fortissimo di spezie, su tutte il curry, sin dal mattino, quando prepara la sua colazione a base di riso e verdure stufate.

Ma non è solo questo, il punto.

In realtà, ho scoperto che la cucina indiana, o piuttosto la personalissima versione del mio amico, prevede anche la frittura di alimenti piuttosto strani.

Quasi come certe leccornie scozzesi.

Infatti, il mio amico ieri ha preso delle uova sode, le ha sbucciate, ha preso un pentolino, l'ha riempito di olio di dubbia origine e ha fritto in immersione le suddette uova per diversi minuti.

Finchè non sono diventate nere.

E poi, con un sorriso, ha detto "Wanna try one?".

Sipario.

domenica 18 gennaio 2009

Arrivederci, Catania.

E così, si chiude un altro, piccolo, capitolo della mia vita.

Dopo essere passato indenne attraverso gli esami di abilitazione alla professione di ingegnere, un'esperienza che è stata più fastidiosa che difficile, ecco che finalmente posso abbandonare l'università italiana.

Difatti, più che il momento della laurea, è adesso che posso dire di non avere più nulla a che fare con un mondo in cui ho passato più di 5 anni della mia vita. E questi mesi in attesa dell'abilitazione, passati in parte sempre a Catania, hanno prolungato questa mia esperienza.

Adesso, è proprio finito tutto: stasera riparto per Cambridge, in cui cercherò di iniziare un nuovo capitolo con rinnovato slancio e impegno duraturo. In questo momento guardo al futuro, a cosa potrà accadere e a cosa vorrei nella mia vita.

Ma è con infinita nostalgia che ripenso a questi anni passati a Catania, a tutte le persone che vi ho incontrato, ai luoghi che mi hanno accolto e che, con alterne fortune, sono stati piacevoli o terribili. Agli anni fatti di impegni universitari, esami, studio, progetti e sacrifici, più o meno grossi. Alle piacevolissime serate in compagnia, al maggio catanese che regala un clima così piacevole da invogliare a vivere in maniera potente e veloce.

Ma soprattutto, a splendidi momenti insieme: che però, fortunatamente, non sono legati alla città di Catania quanto piuttosto alla mia personalissima vita. E che quindi, con un po' di pazienza, continueranno ad allietare il mio futuro.

E adesso, una nuova avventura.

domenica 11 gennaio 2009

Amore che vieni, amore che vai.



Dieci anni possono già essere un vuoto incolmabile, ma la tua Arte è rimasta tra noi.

Grazie, Faber.

giovedì 8 gennaio 2009

Capodanno ibleo

Con enorme e colpevole ritardo riesco a trovare la voglia di parlare del mio Capodanno in terra ragusana: ma non era la voglia di parlarne che latitava, perchè invece è stato davvero bello, ma piuttosto la voglia di riportare su queste pagine le mie impressioni.


Ad ogni modo, sono stati dei giorni davvero piacevoli, insieme a qualcuno che sfortunatamente non era mai stato insieme a me durante il passaggio verso un anno nuovo. E così piccoli gesti si caricano di significati dolci e beneauguranti, in un anno che, probabilmente, non sarà eccezionale come il 2008.

E non posso che ringraziare chi mi ha fatto sentire così ben accolto, in un'atmosfera familiare gioiosa e divertentissima e in un insieme di esilaranti momenti passati insieme. Insomma, è sempre bello sapere di avere più d'una famiglia su cui contare.

Il 2009 è un anno che si apre nell'incertezza, globale e personale: e in un clima del genere diventa sempre più importante poter contare su solidi appigli per mantenere la direzione, per sapere verso dove si sta navigando.

E speriamo tanto, tra 12 mesi, di poter commentare in maniera opportuna anche questo rovente 2009.