giovedì 30 agosto 2007

Narrativa 2.0

Giornata abbastanza gradevole in ufficio, con il solito "PhD coffee" dell'ultimo giovedì del mese, in cui viene offerto un gradevole rinfresco a base di bevande salutiste e dolci non salutisti in common room.

Decido di svignarmela un'oretta prima per passare in libreria: attraverso la strada e sono dentro Waterstone's, obiettivo "Fight Club".

Mentre passo davanti alle vetrine, l'occhio casca su "JPod" di Coupland: per chi non lo conosce, si tratta del libro più Web 2.0 mai scritto, un caustico e divertentissimo ritratto della nostra generazione amorale e priva di scopi, rinchiusa in divertimenti che passano attraverso un freddo monitor o un fugace laptop.

Insomma, non potevo certo non cogliere l'occasione di averlo in lingua originale...

Technicalia

Finalmente qualcuno si è deciso ad aprire un blog, che di sicuro sarà pieno di chicche e di amenità divertenti...


technicalia, stay tuned!

Fight Club....

....è un film pazzesco.

E bellissimo.

Devo assolutamente leggere il libro.

Devo assolutamente comprare una lunga vestaglia a quadretti.

Devo assolutamente pettinarmi come Tyler Durden.

martedì 28 agosto 2007

Notting Hill

No, non si tratta del film, ma del famoso carnevale londinese che vede le strade del famoso quartiere di lusso invase da centinaia di migliaiai di persone per celebrare le loro origini caraibiche con canti, danze e molto altro...

A dire la verità ciò che impressiona e la sensazione di costante insicurezza che si prova mentre si cammina per quelle strade affollate: corposi branchi di adolescenti di colore dai vestiti improponibili sciamano con sguardi scontrosi, sovraeccitati dall'alcol, dalla musica e chissà da cosa altro. Lo spiegamento delle forze di polizia è imponente, con i poliziotti a cavallo che spesso si lanciano in carica per isolare dei facinorosi e arrestarli: a fine giornata si conteranno più di 200 arresti...

E poi lo spettacolo non è poi così bello: pochi costumi, pochi carri e davvero minimalisti rispetto all'opulenza dei carnevali italiani cui sono abituato. La gente è fredda (certo, sono inglesi) e non si scatena in danze ma guarda con un sorrisino la parata.

In qualche crocicchio più affollato dei sound system davvero imponenti sputano fuori migliaia di watt di musica da rave, mandando in risonanza tutti i miei organi interni: gli avventori, ovviamente, fanno un uso smodato di sostanze stupefacenti e sono quasi tutti bianchi.

La mia teoria sulla musica elettronica, insomma, funziona.

Inizia ad esserci molta folla ed io odio essere toccato e spintonato dagli sconosciuti, specialmente se in evidente stato di ebbrezza.

Fortunatamente Notting Hill è esattamente a nord di Hyde Park: è immediato riparare tra la quiete degli alberi fino al laghetto, e qui riflettere che, dopotutto, in alcune cose siamo davvero molto più bravi noi mediterranei.

domenica 26 agosto 2007

Ah, il progresso.

Department of Computer Science.

Dialogo geek

Studente A: "Io uso ancora Vi per programmare, e mi trovo benissimo."

Prof: "Ma come!? Questa è la sconfitta dell'ingegneria del software!!"

Studente B: "No, questa è la vittoria dell'ingegneria del software di 30 anni fa..."

Richmond

Il sole che si è affacciato su Londra ieri ci ha colto davvero di sorpresa, ma entro l'ora di pranzo siamo riusciti ad organizzarci per un grandioso pic-nic al Richmond Park.

Preso il treno qui a Camden insieme a Dimitris, siamo arrivati in circa 40 minuti e subito abbiamo incontrato tutti gli altri.

E' incredibile quanto sia bella Richmond: una ridente cittadina portuale sul fiume che è stata ormai inglobata dalla "greater London", ma che conserva tutto il suo fascino settecentesco.

Un parco enorme: persino un immenso branco di cervi pascola indisturbato e non manca il solito specchio d'acqua.

Insomma, un pomeriggio davvero piacevole, in compagnia di amici da ogni parte del mondo e in una natura incontaminata.

E' questa una delle cose che più amo di Londra: è una moderna e immensa metropoli, ma c'è una quantità di spazi verdi che secondo me non si trova in nessuna altra città al mondo.

Per esempio, riuscite ad immaginare che questo paradiso qui sotto è a soli 15 Km da Charing Cross, completamente raggiungibile con la Tube??


Foto: ettoreferranti

Incredibile, già.

E ringraziamo Ettore per la foto...

venerdì 24 agosto 2007

Si dice che ad ogni rinuncia...

...corrisponda una contropartita, considerevole.

"Hai dato, dato e ancora dato, Ariete. Ottimo lavoro! Sono veramente colpito dall'alternanza di grande generosità e di imposizione dell'ego che sei riuscito a mantenere. Ora, però, è tempo di cambiamenti: devi cominciare a prendere, prendere e ancora prendere. La tua luce ha bisogno di alimentarsi della luce altrui. Congratulati con te stesso per la tua aggressività, ma poi coltiva una ricettività altrettanto forte."
Brezsny sembra quasi suggerire che il duro lavoro di queste settimane, con tutti i sacrifici che ha comportato, possa essere opportunamente ripagato da contropartite, considerevoli.

Per me sarebbe già sufficiente essere arricchito da una nuova esperienza, che in ogni modo ha cambiato il mio modo di pensare, agire, riflettere.

giovedì 23 agosto 2007

Mani bucate

Un inutile quanto curioso articolo su Repubblica ci spiega che ormai gli italiani, come un po' tutti gli europei, non riescono a tenere sotto controllo le piccole spese quotidiane.

Alla fine della settimana, diverse decine di euro spariscono e non ricordiamo nemmeno come.

Brillante questo paragrafo dell'articolo:

"Dove finiscono questi soldi? [...] Donne e uomini, anche in questo caso, si dividono su due fronti contrapposti ma ampiamente prevedibili. Le prime hanno molta più facilità a perdere il controllo del portafoglio - il doppio rispetto all'ex-sesso forte - quando girano per negozi a far shopping con le amiche. I secondi invece ai pub o ai ristoranti, dove tra una chiacchiera e una pinta di Guinness tendono a moltiplicarsi i vuoti di memoria finanziari. "


Una scoperta davvero inaspettata...

Dartmouth...?

Oggi è stata una giornata particolare in dipartimento perchè Mirco, dopo ben 4 anni passati qui all'UCL, un PhD recente e innumerevoli ottimi risultati, si trasferisce al Dartmouth College.

Nel New Hampshire.

Questo è stato il suo ultimo giorno e quindi ci sarebbero davvero tantissime cose da dire.

Da parte mia, ho lavorato con lui soltanto per un mese ed è stato davvero fantastico: mi dispiace non poter più lavorare accanto e lui ma soprattutto mi dispiace che lui vada via perchè si è premurato affinchè i miei primi giorni qui fossero perfetti, facendomi da guida nei meandri della burocrazia inglese, presentandomi tutta la cricca degli italiani con cui ho quotidianamente pranzato per 4 settimane, spiegandomi i vari tipi di caffè che potevo trovare nei dintorni e come massimizzare l'apporto giornaliero di caffeina in maniera semplice e veloce...


Inoltre ha speso più di una buona parola per me e questo probabilmente ha influenzato molto il modo con cui qui mi hanno accolto....

Insomma, spero tanto di poterlo rivedere presto, magari invitandolo a Catania per fargli provare tutti i cibi di qui ho continuamente parlato... o magari andandolo a trovare a Dartmouth, può sempre essere una buona esperienza...!


Infine, ecco una chicca che lui apprezzerà di certo.




Faccio cose, vedo gente...

Mirco, in bocca al lupo!!

lunedì 20 agosto 2007

All'improvviso, uno sconosciuto

Londra, Tottenham Court Road, ore 19 di oggi.

Mentre attendo serenamente il bus 29, sorridendo ancora per l'ora piacevole passata al pub con i colleghi, si avvicina gentile il 24, a due piani.

Mentre guardo dietro per controllare i bus che arrivano, mi accorgo che dalla lunetta superiore una donna di circa 30-35 anni, italiana dalla gestualità, mi saluta con ampi cenni della mano e mi addita ai suoi amici, che non sembrano particolarmente fieri dell'agnizione.

Sorrido blandamente e sollevo la mano in un timido cenno di saluto, poi il 24 si avvia e li perdo di vista.

E mi interrogo: ma chi era? cosa è successo?

Ma soprattutto: sono su candid camera??

Lancio quindi un appello, che di sicuro rimarrà inascoltato: se qualcuno era su quel bus e si riconosce nella descrizione, si appalesi.

Altrimenti, fa nulla.

domenica 19 agosto 2007

Parole pesanti.

Sono quelle parole che davvero non accetti.

Perchè nel tuo cervello da "studente all'estero" non hanno mai posto e non puoi comprenderle, specialmente quando invece le vedi in bocca a chi ti sta vicino ed è nella tua stessa situazione.

E' quasi una ribellione, un terremoto intellettuale. Che nasce da tanti piccoli incidenti che hanno bisogno di un intervento personale, risolutivo, definitivo.

Ho voglia di tornare.

E non posso dirlo a nessuno.

Asakusa

Ieri giornata piena di pioggia che mi ha costretto a casa, riposandomi davvero un po' troppo tra qualche libro e un po' di studio...

Fortunatamente di sera arriva una telefonata da amici italiani e si va tutti quanti a mangiare giapponese, proprio vicino a Mornington Crescent (e quindi posso anche andare a piedi).

Dopo il pub d'ordinanza, nel quale inizio a capire perchè quasi tutti si tengono lontani dal sidro, arriviamo in questo localino tipico giapponese, ma stipato all'inverosimile.

Siamo una comitiva di 10 persone ma qualcuno ha già prenotato, quindi abbiamo un tavolo tutto per noi e ci infiliamo nella sala sotteranea: qui è davvero meraviglioso, tra poster giapponesi, lanterne rosse, menu scritto in ideogrammi e quindi incomprensibile, l'intero personale giapponese, dal cuoco con gli avambracci potenti fino alle cameriere con la frangia sugli occhi.

Insomma, sembra di essere a Tokyo, nonostante io non ci sia mai stato, a Tokyo.

Ordiniamo diversi antipasti da condividere tutti insieme e poi sashimi a volontà per tutti: e qui inizia qualcosa di magico, perchè davvero la qualità del cibo è superba, la varietà dell'offerta ci travolge e in una sola serata riesco a infrangere diversi tabù alimentari...

...iniziando dall'anguilla grigliata con omelette dolce, agli spiedini di lingua di vitello e ai cuori di pollo fritti come antipasti, proseguendo poi con un superbo sashimi, ovvero filetti di tonno, salmone crudi con wasabi e salsa di soia....


... per finire con una prelibatezza incredibile: la testa di salmone grigliata, con una carne davvero raffinata e squisita.

Il tutto con ottimo e abbondante sakè.

Insomma: se siete a Londra dovete passare da Asakusa e provare la bontà di questi piatti.

Ma ricordate di prenotare.

giovedì 16 agosto 2007

Speculazioni scientifiche

Qui a Londra io ho sempre sonno.

E non dipende affatto dalla perdita di ore di riposo, perchè riesco ad accumulare abbondanti 8-9 ore a notte. Il che sarebbe grasso che cola, nella mia Catania universitaria, dove veleggio su un misero 7 a notte.

Mi trovo a sbadigliare a qualsiasi ora del giorno: sul bus, in metro, al lavoro, mentre mangio, mentre passeggio, mentre cammino. Visioni di letti sfatti mi perseguitano, penso sempre a infilarmi sotto il mio piumone e dormire teneramente e beatamente.


Foto: piXotropic

Le teorie che sono state avanzate oggi nel dopopranzo sono ben due, e questo riflette la voglia di lavorare che oggi aleggiava su tutto il dipartimento tra noi italiani dal ferragosto mancato.

  1. La teoria alimentare, che coglie nella mancata assunzione di pasta e caffeina il torpore continuo e diffuso: in effetti in un mese ho mangiato pasta solo due volte e il caffè che di solito prendo qui non è nemmeno un lontano parente degli ottimi e caffeinici espressi che prendo in Italia, dove assumo oltre 4 tazzine al giorno. Qui siamo a circa 0,5 al giorno, cioè prendo un espresso da Caffe Nero un giorno su due, che qui costa 1,30 pound che fanno due allegri euro.
  2. La teoria psico-geografica, che accusa la debole luce del sole di incapacità nello stimolare il mio bioritmo circadiano: e anche questa in effetti è verosimile, perchè qui non porto mai gli occhiali da sole (che infatti rappresentanto l'indizio per eccellenza per scovare l'italiano a Londra insieme ai vestiti firmati) e la luce, sebbene presente per una porzione abbondante del giorno grazie alla latitudine più elevata, è davvero timida e impotente.
Detto questo, penso che al mio ritorno a Catania inizierò a comportarmi come un vampiro di fronte al sole cocente che mi accoglierà in Sicilia e inoltre riprenderò la mia sana e violenta abitudine dell'espresso a volontà.

Curiosità: qui a Londra sono così strani che da Boots, nota catena pseudo-farmaceutica, trovi in vendita le pillole alla caffeina per essere più attivi.

Cioè l'energia del caffè senza il piacere di nulla.

mercoledì 15 agosto 2007

Caparezza docet

Come ricorda e segnala l'amico Matteo, Caparezza aveva già in passato descritto con mirabile ingegno e concisione la situazione dell'italiano a Londra:

"Inglesi professori che non imparano altra lingua

inglesi non dovranno mai cambiare moneta

inglesi guideranno sempre dal lato sbagliato


per questo chi va a Londra so che ritorna un pò cambiato"


martedì 14 agosto 2007

Ferragosto: Londra.

Mentre qui un'insolita perturbazione ha precipitato l'intero Regno Unito nel mese di ottobre, con pioggia e vento freddo, la mente corre invece veloce a certi momenti che davvero un anno fa sono stati da incorniciare, splendide gemme, deliziose primizie che adesso mi torcono l'anima e mi avvelenano i pensieri.

Ma il tempo passa e le cose cambiano, e davvero spero tanto che cambino di nuovo, perchè non me la sento di perdere un altro ferragosto in giro per la metà più fredda del mondo.


Foto: officialsm

Il falò in spiaggia, gli alcolici a basso prezzo portati chissà da chi, la felpa sulle spalle e il costume sotto, la raccolta della legna, la chitarra, le canzoni, le birre immerse nel mare, lo sciabordio notturno delle onde, il telo sotto cui nascondersi e proteggersi, e baciarsi, e tutto.

Ferragosto.

Shopping compulsivo

Oggi facevo la spesa.

Serviva giusto qualcosa: latte, insalata, muffins, birra, more.

E poi, l'ho vista.

La sua confezione spiccava tra mille altre, nel ripiano altezza viso del reparto scatolame. Un colpo al cuore e immediatamente, la voglia di farla diventare mia.

Per usi feticistici, è ovvio.

Che dire: l'ho presa in un attimo, ed è diventata mia.

Eccola, in tutta la sua perfetta bellezza.



[Per far questa foto ho scomodato perfino la messaafuocomanuale e buoni 10 minuti di prove.]

chopped pork and ham

lunedì 13 agosto 2007

Cambridge

Se venite a Londra, evitate di visitare la City, il pulsante cuore di un impero finanziario globale.

Almeno, evitate di fare come me, che l'ho visitata nell'unico periodo di tempo in cui è praticamente deserta: il sabato. Grigi palazzi vittoriani affiancati da grigi grattacieli moderni, e qualche negozio che vende abiti finto-italiani e camicie dagli improbabili colori per i broker londinesi.

Che, per inciso, riescono a guadagnare 40mila sterline/anno.

AL PRIMO IMPIEGO.

Insomma, per nulla scoraggiato dalle pessimistiche previsioni della BBC ("sunny spells, but rainy"), mi reco alla vicina stazione di King's Cross alle 8,30 di domenica mattina e prendo il mio treno per Cambridge.


Prima sorpresa della National Rail: i treni per Cambridge si fermano a Hitchin, poi si prosegue in autobus fino alla meta.

Traduzione: si fa solo mezz'ora in treno, poi un'ora di autobus nella campagna del Cambridgeshire. Dinanzi a me due turisti americani soffrono terribilmente le curve e scendono a prendere aria fresca ad ogni fermata: mi guardano un po' male, perchè io riesco perfino a leggere il mio libro e non mi scompongo, abituato ai tracciati domestici...

Si arriva così a Cambridge, dove tutto è a portata d'essere umano. Lontano dalla frenesia di Londra, riesco a percorrere tutto il centro a piedi: lungo il percorso mi immergo in una gradevole atmosfera medievale, merito delle imponenti costruzioni gotiche che mi sovrastano.

Ma oltre alle notissime bellezze della città, mi colpisce un altro aspetto: è una citta dannatamente ricca. E dove la qualità della vita è elevatissima.

Banche ad ogni angolo, allo stesso modo agenzie immobiliari che mettono in vendita villini squisiti a due passi dalla città. In periferia scorgo i grandi complessi dell'alta tecnologia che hanno dato vita alla Silicon Fen. Ovunque, dipartimenti della famosissima università, presumibilmente una delle migliori al mondo.

E tanti, tantissimi college ospitati in costruzioni magnifiche: deve essere davvero bellissimo vivere in posti così belli, seppure la pressione accademica deve essere non indifferente.


***


In questo modo, si dipanano tanti pensieri: perchè è bello vedere così da vicino quello che è sempre stato un sogno, un mito, un lontano punticino su una mappa, che d'improvviso è dinanzi agli occhi.

E' proprio vero, che i sogni son desideri.

Ed è anche vero che "volere è potere".

Un piede avanti all'altro, e anche la strada più lunga un giorno finirà.



Foto: Kiki J e Claudia1967


[Ho avuto qualche problema con la mia fotocamera e praticamente (anche per idiozia mia) ho perso le circa 60 foto che avevo fatto.

Pazienza, significa che è scritto che dovrò tornarci.]

sabato 11 agosto 2007

Thank God it's friday

E' incredibile quanto si riesca a bere un venerdì sera in giro per Londra.

Ed è incredibile quanto le ragazze inglesi riescano a vestirsi in maniera così disarmonica con le loro forme, accentuando ciò che dalle nostre parti si definisce "un'improvvisa sonora grassa risata collettiva".

mercoledì 8 agosto 2007

Qoelet

Q è un libro meraviglioso. Punto.

Scritto da Luther Blissett. Uno diventa figo già soltanto se sa qualcosa riguardo Luther Blissett, figuriamoci poi se legge questa loro magnifica opera.

Dopo le prime 100 pagine, molto ostiche e che mi hanno messo davvero a dura prova, si dipana una storia davvero avvincente nell'Europa della riforma luterana, degli anabattisti, della comune di Münster, della Controriforma e del Sant'Uffizio.

Per 644 pagine, per l'esattezza. Divorate, letteralmente.

Un uomo e il suo nemico si inseguono per 30 anni attraverso le vicende storiche di quei tumultuosi anni, con intrighi, rivolte, guerre, assassini, spie, mercanti e contrabbandieri.

Più andrete avanti, più avrete voglia di capire cosa succede.

Certo, a me i romanzi storici piacciono: ma in realtà questo è geniale, perchè racconta la storia "vera" con dei retroscena che magari non sono mai esistiti.

O forse sì.

Ci sarebbero migliaia di parole da spendere su questo capolavoro, ma forse le migliori che ho trovato sono queste: "Un libro per capire, soprattutto, che niente è cambiato. In gioco c'è sempre il potere in tutte le sue forme. La lotta, sempre persa è per restare liberi. Ma lottare per essere liberi, non è mai perdere."

A frozen second.

Cashback è un film meraviglioso. Punto.

Ne ha aveva parlato benissimo Dietnam e devo dire che la sua breve descrizione mi aveva molto incuriosito: inoltre in Italia non l'hanno considerato nemmeno per sbaglio e quindi la duplice motivazione di doverlo vedere in lingua originale e di contrastare l'italico sbagliato (pre)giudizio è stata più che sufficiente.

Semplicemente pieno di poesia, erotismo, bellezza. Un po' lynchiano nelle sue pretese oniriche, ma in maniera molto garbata, come la colonna sonora sottolinea.

Tanta bellezza, sotto forma di incredibili corpi femminili, in un inno alle curve, alla morbidezza, alle curve della schiena e ai dettagli del volto.

E in fine, un film d'amore, in modo da piacere anche alle ragazze probabilmente non molto interessate dalle curve femminili...

Non potete lasciarvelo scappare.

***

Qualche line dalla voce narrante, molto poetica.

"I wished I could have lived in that moment for a week."

"You just saw the wrong second of a two-second story."

"I didn't just see her, I felt her."


lunedì 6 agosto 2007

Speaker's Corner

Speaker's Corner è il luogo più esilarante di tutto il Regno Unito: questa schiera di folli che sale su una seggiola e arringa i passanti ha davvero un fascino totale.

Sarei rimasto ad ascoltarli per ore, mentre discutevano eminentemente di argomenti politico-religiosi.


E dire che proprio la gente non ha imparato nulla, in millenni di discussioni, per mettersi ancora dire che "la mia religione è vera, la tua no".

domenica 5 agosto 2007

English summer

Qui a Londra si sfiorano i 28 gradi, e la popolazione britannica è definitivamente impazzita.

Per le strade iniziano a spuntare avvisi su come comportarsi in caso di caldo torrido (?): evitare di salire sulla Tube se il treno è affollato, evitare le ore centrali della giornata e portare sempre con sè una bottiglia di acqua fresca. A rischio anziani e bambini, anche qui.

Ad ogni modo, approfitto del sole splendente per abbandonare la mia giacca a vento e mi avventuro in Hyde Park: è sabato mattina e dal fortissimo odore di crema solare sembra proprio di essere in una qualsiasi spiaggia italiana, ma in realtà non c'è nè spiaggia nè mare, solo tantissime persone che in costumi discinti cercano di ustionare le proprie bianchissime pelli.

Un venditore ambulante cerca di rifilarmi una crema solare "per non scottarmi le braccia e il viso con questo sole torrido": sorrido, un cenno alla differenza di colore tra la mia e la sua pelle e vado via divertito.

Nonostante questi simpatici siparietti, Hyde Park è davvero stupendo, entro dal Wellington Arch e costeggio tutta la Serpentine, il grande lago che si trova al suo interno: qualche coraggioso è al lido a tuffarsi nelle limacciose e stagnanti acque, mentre i più passeggiano lungo le sponde o affittano barche e pedalò per ustionarsi meglio al centro dello specchio d'acqua.

Ovviamente, sono da solo: passeggiare è lenitivo, ma devo dire che di fronte alla bellezza di certi panorami, all'unicità di certe sensazioni, non riesco a trattenere una lieve tristezza che adombra tutto, e tutto rende meno compiuto, meno efficace.

La Serpentine è davvero scenografica e riesco a passeggiare a lungo sulle sue sponde: arrivo ai giardini italiani, dove campeggiano delle fontane così brutte che in Italia non le metteremmo nemmeno nel retro della scuola elementare del paese, ma qui è pieno di turisti che s'infradiciano per una foto. Strano popolo.

Mi accorgo che passeggio per il parco da circa 3 ore e ho proprio bisogno di cambiare aria, chè spesso i pensieri non vanno d'accordo con la bellezza che entra dagli occhi, e soprattutto con le innumerevoli coppie di amorevoli ragazzi che punteggiano il mio percorso: piego a sud e attraverso veloce tutto il parco per arrivare alla zona dei musei.

In realtà è una zona dominata dalle famiglie con bambini al seguito, perchè sia il Natural History Museum che il Science Museum offrono così tante attrazioni per i bambini che i genitori sono proprio costretti a portarli dentro.

Scelgo la storia naturale e mi trovo immerso tra immensi scheletri di dinosauri e divertenti T-Rex robot che ruggiscono alla folla. Tutto sommato passo piacevolmente un po' del mio tempo con i padiglioni interattivi e le installazioni, ma presto non ho più voglia di ascolare il vocio degli infanti e esco fuori.

C'è un po' di tempo per l'ultima tappa, e allora decido di entrare nel tempio del consumismo londinese: Harrods è davvero imponente, ti accoglie in maniera gentile e inizia a stupirti ad ogni reparto con un'opulenza fuori dal comune, incredibile, geniale.

Davvero un gran bel posto: gli equilibri mondiali si riflettono anche qui, e si vedono parecchie donne arabe elegantissime al seguito di ricchissimi uomini arabi che comprano e apprezzano le merci più costose.

Gli italiani, com'è ovvio, si raggruppano nei soliti posti chiave: D&G, Louis Vuitton, Prada, Burberry.

Insomma, un gran bel posto per comprare qualche regalino in una sola visita, evitando di girare in lungo e in largo per la città. E anche un'ottima sezione di computer e elettronica, a dire il vero, dove la mia tessera universitaria mi schiude le porte per le prove gratuite dei portatili e dei gadget...

****

Magari avremmo potuto passeggiare mano nella mano, e avrei fatto finta di gettarti nel lago: poi avremmo preso una barca e non appena mi sarei rivelato incapace di condurla avremmo riso tantissimo, seppure sotto il sole.

E poi, sempre insieme, stenderci sull'erba e insieme sonnecchiare osservando le fronde degli alberi, mentre il mondo intorno a noi s'affanna e s'industria.

Magari, avremmo potuto.

mercoledì 1 agosto 2007

La dura vita di un PhD


Una buona spiegazione per l'effetto che navigare su Internet ha sulla mia produttività personale.

Qui pdhcomics è proprio un'istituzione: ho perso diverse ore per leggere tutti gli archivi e adesso posso finalmente apprezzare le puntate nuove...

Pelle, è la tua propria quella che mi manca...

...in certi momenti,
e in questo.

e non è facile
dovresti credermi
sentirti qui con me
perchè tu non ci sei

mi piacerebbe sai
sentirti piangere
anche una lacrima
per pochi attimi