domenica 31 agosto 2008

The Orchard, e altre amenità.

Dopo una settimana di duro lavoro al Computer Lab, è finalmente weekend: grazie
al tempo che si è dimostrato clemente per l'intera settimana, evento abbastanza
inusuale per l'estate inglese, è possibile fare un bel giro in bici nei dintorni
di Cambridge.

L'intera contea è ricchissima di piste ciclabili: percorsi immersi nella natura,
lungo il fiume Cam e presso prati e boschetti di bellezza davvero incantata.

Dopo un'adeguata colazione ci dirigiamo a sud dell'abitato, in direzione del
minuscolo villaggio di Grantchester. Il percorso che seguiamo costeggia il fiume
Cam, che qui si perde in acquitrini e paludi per nulla insalubri, ricche di
vegetazione rigogliosa ma non eccessiva.

Il cielo è fortunatamente nuvoloso, poichè il sole renderebbe la passeggiata un
po' meno agevole: arriviamo quindi a Grantchester e qui decidiamo di visitare
The Orchard, l'ameno giardino da the in cui Virginia Woolf e il circolo dei
Neo-Pagani amavano riposarsi durante i loro anni passati a Cambridge, nuotando
spesso nudi nel vicino fiume scandalizzando gli abitanti di allora.

Il giardino è davvero delizioso, raccolto interamente attorno ad un piccolo
padiglione in legno che serve spuntini sfiziosi e golosissimi vassoi di dolci,
da mangiare rigorosamente nei tavolini allestiti in mezzo agli alberi da frutto.
In questa meravigliosa cornice pasteggiamo con soddisfazione e riusciamo persino
a sonnecchiare all'ombra, in contatto quasi totale con la Natura. Si tratta
proprio di un posto meraviglioso, in cui il tempo sembra essersi fermato.

Dopo questa prima tappa proseguiamo il nostro itinerario verso sud e ci
dirigiamo verso il sobborgo di Trumpington, alla ricerca di un sito noto per le
sue sorgenti di acqua detto, appunto, Nine Wells. Durante il percorso scopriamo,
del tutto inaspettatamente e quindi con gradevole sorpresa, una deviazione
all'interno di un boschetto: quasi provetti mountain-bikers ci addentriamo tra i
fitti alberi e raggiungiamo lo stagno dove Lord Byron soleva nuotare,
probabilmente anche lui nudo. Lo scenario, è utile sottolinearlo, sembra quello
delle fiabe dei fratelli Grimm: la luce filtra rada tra gli alberi e nodosi
sentieri si avvolgono tra i tronchi, in una penombra quasi inquietante.

La ricerca del percorso verso le sorgenti è un po' burrascosa, a causa dei
lavori ad una strada, e riusciamo a perdere una buona ora tra deviazioni,
tentativi a vuoto e prove. Finalmente raggiungiamo il sito e anche qui occorre
seguire un bel percorso, piuttosto impervio, tra le pozze di acqua cristallina.

Il sole sta già arrivando all'orizzonte ed è tempo di rincasare: il viaggio di
ritorno è un po' lungo, ma arriviamo a casa con un grande sorriso. Non mi ero
mai divertito così tanto in bici, probabilmente grazie agli splendidi percorsi
ciclabili presenti da queste parti.

E, non è strano dirlo, per la natura totalmente pianeggiante della contea: le
mie doti da ciclista non sono poi così buone...!

giovedì 28 agosto 2008

Volare dal ridere.

Grazie ad Lupo Ululi, da oggi le istruzioni delle hostess saranno esilaranti: questo fantastico corso per interpretare i fogli illustrativi delle istruzioni mi sta facendo ridere da parecchi minuti!




[via inkiostro]

mercoledì 27 agosto 2008

Il giovane Tommy.

A Cambridge si gira in bicicletta, sia perchè la cittadina è piccola sia per l'evidente natura pianeggiante del terreno. Quindi acquistare una bici e inforcarla immediatamente non dovrebbe essere difficile. O forse no.

Noi siamo in due e ci hanno già prestato una bici, ma ovviamente ne serve un'altra. Stamattina quindi si esce per acquistare un'altra bici, preferibilmente con cambio Shimano, di buona qualità e di prezzo inferiore alle 100 sterline.

Il negozio sotto casa, piccolo e ben fornito, sembra proprio perfetto: già ieri c'era una succulenta offerta su una bici molto buona, prezzo originale 169 e adesso soltanto 99 sterline. Chiediamo quindi al negoziante, cercando di restare sul vago, se ha qualcosa di buono da portare via con cento sterline. Lui nicchia e ci confessa che per quel prezzo, non c'è nulla.

E iniziamo così con la prima sorpresa: a causa di un'errata lettura del cartellino, abbiamo interpretato malissimo il vero prezzo, che è di 169 VIRGOLA 99. Mestizia.

Con la nostra unica bici da spingere a mano, ci dirigiamo verso la prossima tappa: Halfords, un grande centro commerciale in centro specializzato in biciclette e prodotti affini. Soltanto 10 minuti a piedi e arriviamo di fronte...per vedere che proprio oggi il negozio chiude e si trasferisce in una nuova sede. Che, nemmeno a dirlo, si trova nella zona industriale della città, quindi a circa 40 minuti a piedi dal centro. Mestizia ulteriore.

La missione deve ormai essere compiuta a tutti i costi, quindi ci sobbarchiamo la camminata, arrivando alla nuova e scintillante sede Halfords. Qui troviamo ottime bici a prezzi buoni, così ne scegliamo una che ha il prezzo scontato da 120 a 80 sterline e ci rivolgiamo al giovane commesso Tommy per acquistarla e portarcela via, pronta per la strada. Ma il giovane Tommy ci disillude, perchè ci confessa che le bici sono da assemblare e la nostra sarà pronta nel weekend. Mestizia incredibile.

Qualunque inglese si sarebbe rassegnato e avrebbe desistito, ma un buon italiano sa che nulla è impossibile, basta conoscere le persone giuste e oliare certi meccanismi sociali. Dopo aver scartato l'idea di pagare una tangente al giovane Tommy, ci rivolgiamo quindi al capo del reparto, che ci dice che la bici possiamo ottenerla subito a patto che la montiamo da soli. Per nulla domi e molto incoscienti, accettiamo la proposta, sicuri che, in un modo o nell'altro, finiremo per montare quella bici. Ma, ed è questo il momento più bello della giornata, non appena il giovane Tommy ritorna con la nostra bici ci confessa che, in fin dei conti, visto che deve già montarne una simile, può montare la bici per noi.

Grazie, giovane Tommy.

Abbiamo finalmente la nostra bici.

martedì 26 agosto 2008

Il relax.

Cambridge è una città in cui tutti, bene o male, amano il relax.

A dire il vero questo è stato per me il primo giorno di rientro al lavoro dopo le mie lunghe vacanze, e rientrare direttamente in questo ambiente non è stato così semplice. Ma è stato parecchio piacevole incontrare vecchi compagni di lavoro passati da UCL direttamente qui a Cambridge, è stato bello vedere come quest'anno passato li ha cambiati, più o meno bene.

Allo stesso tempo, mi convinco sempre di più che Cambridge è una cittadina davvero molto, troppo calma: sarà forse perchè i negozi chiudono già alle 17, o forse per l'aspetto di quieto villagio di campagna, ma le strade sono spesso deserte e le persone sono silenziose presenze che si aggirando gentili attorno a me.

Però è innegabile che qui si vive proprio bene: probabilmente è la percezione della gentilezza altrui, così diffusa, così evidente, che si palesa in mille "thank you" and "please" che ti vengono rivolti persino quando ti sposti per far passare una delle migliaia di biciclette.

A proposito: ho una bici, in prestito, per questa settimana.

lunedì 25 agosto 2008

Bank Holiday.

Seduto nella mia umile camera da letto, in una casa bellina al centro di Cambridge, cerco di mettere ordine negli eventi di questa lunghissima giornata, iniziata quando il sole non era nemmeno sorto nel cielo e gli occhi erano impastati di sonno in maniera inequivocabile!

Tornare in Inghilterra dopo meno di un anno è stato davvero interessante. Atterrare e sentire subito quel clima a metà tra il sereno e il piovoso, il fresco odore dell'aria, la gentilezza diffusa all'aeroporto: tutto come ricordavo, e le sensazioni assomigliano più ad un deja-vù che a una nuova esperienza.

E' incredibile constatare come niente sembra essere cambiato: sembra di essere appena stati in Tottenham Court Road, di essere usciti da un pub ancora un po' brilli, in attesa della consueta visita da Sainsbury's per la spesa quotidiana.

Ma invece stavolta Londra è solo di passaggio, perchè la destinazione finale è un'altra, del tutto diversa: si va a Cambridge, diametralmente opposta alla grande metropoli.

Tanto Londra è governata dalla confusione e dalla fusione degli stili e delle opportunità, allo stesso modo la piccola Cambridge riluce di ordine, silenzio e uniforme, altera medievale eleganza.

Ciò che colpisce più di tutto è il silenzio, il vuoto: forse a causa del Bank Holiday, nessuno si aggira per le strade, tutti i locali e i negozi sono chiusi o stanno per farlo, nessun rumore si ode tra i parchi e tra i vicoli. La sensazione è di pace, ed è notevole: adesso, poco prima di andare a letto, l'unico rumore percepibile è quello delle mani sulla tastiera.

E così, si inizia una nuova avventura. Anche questa, come sempre, ricca di sacrifici e, speriamo, di soddisfazioni.

E chi lo sa se è quella giusta.

domenica 24 agosto 2008

Have fun.

Il tuo prossimo compito è rendere più divertente il tuo lavoro, o qualunque cosa consideri un lavoro. Non sarà difficile perché negli ultimi tempi stai giocando più del solito. Hai lo slancio creativo giusto per reinventare il tuo modo di affrontare quelle attività che ti spingono a superare i tuoi limiti e che mettono alla prova la tua determinazione. Per avere risultati migliori, ricorda che potresti anche non sentirti insofferente e annoiato in quei posti dove hai sempre pensato che ti saresti sentito insofferente e annoiato.

Mi sembra evidente che il buon Brezsny incoraggi la trasferta nel Cambridgeshire... e speriamo davvero di riuscire a reinventarsi. Sempre.

Si ricomincia - Let's start again


Foto: Lebeus

Estate grandiosa, sotto tutti i punti di vista, quella appena passata: piccole e grandi conquiste, una laurea in più sul groppone, rapporti interpersonali migliorati e tanti viaggi, insieme a lei finalmente.

Ma non si può mai abbassare la guardia: mentre ci si riposa, il resto del mondo corre a velocità elevatissima e quindi non si può restare con le mani in mano.

Specialmente adesso che divento artefice del mio futuro e mi ritrovo, con tutta l'ebbrezza che ne deriva, sul mercato del lavoro.

E così, domattina si decolla per Cambridge: sarà soltato una settimana esplorativa, ma spero davvero di seminare bene e raccogliere in futuro.

Il Computer Lab sembra davvero un bel posto dove lavorare...

E, dopo un anno, si ritorna tra i gelidi britannici.

Chi l'avrebbe mai detto.

mercoledì 20 agosto 2008

La mia settimana parigina!

Attenzione, si tratta di un post molto lungo!!

Questa estate è stata segnata dalle celebrazioni post-laurea, ma è stata soprattutto un periodo vacanziero come da tempo non ne avevo.

Grazie ad un'oculata prenotazione effettuata ben 6 mesi prima è stato possibile ottenere un volo diretto a prezzi piuttosto bassi, ed è stato sufficiente abbinare un hotel dignitoso e a prezzo contenuto per avere una meravigliosa settimana parigina!

E così, insieme ad AlmostViola, si parte...

Jour 1.
Siamo un nutrito gruppo di quasi ex-universitari, alle prese probabilmente con la prima vacanza da laureati o con l'ultima da studenti. Da sempre alfieri del turismo fai da te, riusciamo a coordinare le varie opzioni che ci consentiranno di girovagare per Parigi e le sue attrazioni riducendo al minimo i costi.

L'arrivo è davvero straniante, visto che passiamo qualche ora all'aereoporto cercando di ottenere la mitica Carte Orange, trasporti per una settimana in tutta Parigi a soli 33 euro, e la scandalosamente conveniente Paris Museum Pass, che regala parecchi musei per 4 giorni a soli 45 euro. Entrambe le opzioni sono davvero consigliatissime, Parigi diventa molto più gradevole senza l'assillo dei prezzi e senza le code alle biglietterie dei musei...!

Il primo giorno a Parigi finisce così, senza riuscire ad andare sotto la Tour Eiffel a causa di lavori sul Metro. Inconveniente che verrà recuperato nell'ultimo giorno, e con grande stupore per lo spettacolo notturno della torre illuminata...

Per un curioso e bieco gioco di coincidenze, al fine di sfruttare al meglio le carte trasporti e musei è meglio andare nei primi due giorni sia a Disneyland che a Versailles, quindi decidiamo di visitare il centro della città solamente dopo questi due appuntamenti.

Jour 2.
Nemmeno il tempo di recuperare le forze dormendo ed è subito Disneyland Paris: tempio consumistico dell'edonismo occidentale, regno incontrastato dei bambini e costosissimo parco giochi.
Una giornata molto bella e molto calda, all'insegna del divertimento tra le mille attrazioni presenti, correndo da una parte all'altra del parco per cercare di vedere quanto più possibile.
Ma è impressionante il dispiegamento di mezzi e di denaro per ricreare interi mondi, meravigliose alcune attrazioni, ma personalmente ritengo il prezzo piuttosto alto e probabilmente cercherò di non ritornarci, anche se sicuramente qualcuno non sarà d'accordo con questa mia affermazione...

Un'intera giornata vola via, ma non perdiamo l'occasione per una capatina sulla Senna sul romanticissimo Point Neuf, il ponte più vecchio della città nonostante il nome. Ed è qui che iniziamo a cogliere la magia di Parigi, la sua essenza romantica e la sua bellezza trabocchevole: un tramonto lucente arrossa il fiume e la sagoma della Tour Eiffel si staglia contro il cielo di fuoco.

Ma è solo un attimo, e mentre la sera si abbassa e le luci si accendono, la torre si illumina di blu e inizia a brillare nel cielo vespertino: è un momento davvero speciale e da solo vale l'intero viaggio. E alla fine, non sarà il solo brivido che la città riuscirà a regalarci.


Jour 3.
Un nuovo giorno, sempre piuttosto caldo, ci porta a Versailles: dimora del Re Sole Luigi XIV, espressione della sua potenza e della sua ricchezza, è una reggia fastosa circondata da un imponente parco dall'atmosfera davvero settecentesca. Visitare per intero i luoghi storici è davvero improbo, ma riusciamo a sottoporci ad un massacrante tour a piedi del parco: l'esperienza è davvero molto bella, e ci consente di godere di splendidi panorami e di giardini meravigliosi, trascinandoci per qualche ora in un tempo profondamente diverso, in cui gentiluomini in parrucca popolavano questo luogo al posto degli onnipresenti inglesi con la loro crema solare.

Ma il tour giornaliero non finisce a Versailles e si ritorna in città per godere delle opere d'arte moderna dell'elegante Museo d'Orsay e dell'avveniristico e incredibile Centro Pompidou. Ospitato in una ex-stazione ferroviaria il primo, contiene capolavori dell'arte moderna della fine del XIX secolo e l'inizio del XX, e ci rapisce con la mole immensa di opere che accolgono il visitatore. Unica pecca, la chiusura piuttosto anticipata alle 18, che ci porta quindi al Centro Pompidou, che chiude in tarda serata. Qui l'architettura ardita dell'edificio richiama la non convenzionalità delle opere contenute, di cui spesso non riusciamo a comprendere il significato: foto di automutilazioni, crocifissi impacchettati e chiodi piantati nei muri, ma l'ala meno moderna ci regala Picasso, Braque e Matisse per riprenderci...

Jour 4.
Il cielo plumbeo e la pioggia ci risveglia, ma il tempo a Parigi è così variabile che decidiamo di uscire ugualmente e dirigerci verso il cuore della città, destinazione la chiesa di Notre Dame. Immortalata nello splendido romanzo di Hugo, deliziosamente medievale e misteriosa, restiamo affascinati sia dalla mole dell'edificio che dagli splendidi e cupissimi interni gotici.
Ma la parte più bella è senza dubbio la visita delle torri, da cui si gode di una splendida veduta sia della città che dei gargoyles che decorano le torri stesse.

Il tempo è ancora incerto, così decidiamo di restare in zona e visitiamo la splendida Sainte Chapelle, piccola chiesa medievale costruita dai reali di Francia per accogliere le reliquie di Gesù e decorata in maniera imponente da vetrate medievali finissime e ricchissime. Proprio accanto troviamo la Conciergerie, ex palazzo reale medievale ed ex carcere rivoluzionario, in cui ha sede un piccolo museo del Terrore che ripercorre quegli anni oscuri ma fondamentali per ogni francese.

Difatti scopriamo a poco a poco che il nazionalismo dei francisi, la loro grandeur è vera ed è presente ovunque: si appalesa nelle onnipresenti bandiere francesi, nella celebrazione dei grandi uomini, negli atteggiamenti pomposi e retorici di richiamo ad un glorioso passato... e nella soddisfazione con cui sostengono la superiorità della propria cultura gastronomica!

Jour 5.
Riflettendo ancora sulla grandeur, andiamo a visitare l'Hotel des Invalides in un plumbeo mattino: ex ospedale militare per veterani, è stato trasformato adesso in un immane mausoleo per l'uomo cui tutti i francesi, bene o male, guardano con malcelata nostalgia, ovvero Napoleone.

Un imponente complesso di palazzi con una maestosa chiesa neoclassica ci accoglie: scopriamo subito che sono presenti dei musei molto interessanti, tra tutti spiccano il Museo dell'Esercito e il Museo delle Guerre Mondiali. E così ci immergiamo tra armature e armamenti medievali e moderni, con entusiasmo quasi infantile scopriamo spade e spadini e la mia voglia di lucenti armatura si appaga, in parte. Ma è il Museo delle Guerre Mondiali che ci stupisce tantissimo, con tantissimo materiale e con tantissimi reperti e documenti. Due ore a contatto con la storia recente, con la drammatica storia di Francia e d'Europa.

E alla fine visitiamo anche la tomba di Napoleone: un mausoleo, un monumento, una celebrazione davvero smaccata. C'è da riflettere, in ogni caso, sull'epopea di quest'uomo.

Al solito un fugace pranzo al volo e ci dirigiamo verso il museo del Louvre, sfruttando l'apertura serale che ci consentirà di restare fino all'ora di cena. Anche qui, l'autocelebrazione francese si incarna in questo immane e gigantesco museo, in cui secoli di rapine francesi vengono mostrate al pubblico. Fa specie vedere capolavori italiani divelti dal loro luogo natio e portati qui, ma forse in Italia sarebbero finiti a marcire in qualche sotterraneo di qualche oscuro museo di provincia...

Jour 6.
La settimana volge ormai al termine, ma c'è ancora tantissimo da vedere. Stavolta è l'Arco di Trionfo, splendido capolinea degli Champs-Élysées. Inutile rimarcare lo spirito nazionalistico francese, che anche qui viene pomposamente celebrato: però è sempre bello salire un po' in alto e osservare Parigi, il suo profilo così docile e pur così fastoso, dai succulenti e magici dettagli. Sotto l'Arco campeggiano affiancate la bandiera europea e francese, per il semestre di presidenza europea di Sarkozy.

La mattina trascorre con una capatina al Pantheon, ove riposano i grandi uomini francesi e oscilla il bellissimo pendolo di Foucault e poi si va subito in centro: è sabato, tempo di shopping!!

Ci accolgono le immani Gallerie Lafayette, tempio dello shopping parigino: ci perdiamo immediatamente nel settore gastronomico, in cui l'opulenza culinaria francese ci frastorna con l'innumerevole schiera di prodotti, tra tutti spicca il succulente fois grais, l'ottimo confit de canard e tantissime altre bontà, oltre ai mitici formaggi. La giornata scivola via così, tra acquisti e un'ottima cena a lume di candela in un piccolo bistrot.

Jour 7.
Purtroppo la vacanza sta per finire, ma proprio alla fine le cose da vedere si moltiplicano: si inizia con il quartiere di Montmartre, arroccato sulla collina che domina parigi da nord. Un antico villaggio inglobato nel cuore della città, le stradine strette e tortuose rivelano la sua origine diversa: sembra proprio di essere in un paesino della Bretagna e la Basilica del Sacro Cuore domina l'intero quartiere.

Dopo una rilassante passeggiata in collina, si torna nel centro storico: stavolta è Rue de Rivoli ad accoglierci e tutte le piazze monumentali che sorgono sul suo percorso, tra cui la Place de la Concorde (ex Place de la Revolution in cui le teste venivano mozzate) e Place Vendôme. Ma la serata ci schiude un programma davvero speciale: ascesa della Tour Eiffel (con relativa fila all'ingresso) e tramonto da attendere sulla cima a più di 300 metri di altezza!

E così, pazientemente, ci mettiamo in fila: dopo circa 90 minuti siamo già all'ultima terrazza della torre, proprio sotto la punta, e ci accingiamo ad aspettare il tramonto...che tarda ad arrivare, a causa della differenza di latitudine con la Francia. E così dobbiamo attendere un'oretta in cima alla torre, fortunatamente al riparo dai venti che soffiano impetuosi a questa altezza dal suolo.

Nel frattempo ammiriamo Parigi come mai l'abbiamo vista, come solamente gli uccelli osano guardarla. Il panorama è davvero mozzafiato e spazia fino oltre i confini della città, che è davvero grande.

Ma il momento del tramonto schiude uno spettacolo di suprema bellezza, in cui l'intera città ai nostri piedi riluce e brilla, si schiude come un fiore e si illumina come una donna per una sera di gala.

Scendiamo dalla torre a notte fatta, e ci saluta timidamente con il suo vestito blu, le sue stelle lucenti e la sua sagoma, inconfondibile nel buio, mentre ci allontaniamo verso il Trocadero per godere appieno della sua immensa mole.

Ed è un momento davvero incredibile, in cui la pelle d'oca è immediata per la violenta bellezza dell'instante, in cui è necessario guardarsi negli occhi per rassicurarsi di essere davvero lì, di fronte a tanta emozione.

Considerazioni.
Il resto, l'ultimo giorno, il viaggio di ritorno a casa: si tratta solo della fine di una meravigliosa esperienza, che mi lascia innamorato di una città tra le più belle al mondo.

I francesi si sono rivelati, un po' come me l'aspettavo, dei gentili ipocriti. Piuttosto ben vestiti, questo occorre confessarlo. I parigini, specialmente quelli di mezz'età, hanno anche un'abitudine piuttosto smaccata a fare i complimenti alle ragazze incontrate per strada, cosa che a dire il vero non mi ha lasciato poi così entusiasta...

La cucina francese, invece, mi ha conquistato: sebbene sia davvero grassa a causa del burro onnipresente, la varietà e la qualità del cibo mi ha deliziato. Persino una frugale cena in un bistrot diventava occasione per scoprire nuovi fenomenali sapori, da innaffiare con gli ottimi vini di cui dispongono.

Ma è impossibile non citare anche la squisita signora della boulangerie "La tradition du pain", in Rue de la Roquette: una simpaticissima donna francese, minuta e cortese, che ogni mattina ci accoglieva con gioia e gentilezza mentre noi ci scagliavamo con fame e voracità sui suoi meravigliosi pains au chocolat.

Per non parlare delle sue torte salate, dei suoi dolci e di tutto il resto...

Paris, au revoir.


mercoledì 13 agosto 2008

Di ritorno o di passaggio..?

E dopo essere stati nella città magica per eccellenza, giusto un paio di giorni a casa e si parte di nuovo.

Stavolta, però, sarà il mare siciliano, finalmente.

Ma sempre in ottima compagnia.

A presto!

domenica 3 agosto 2008

Si parte.

Queste settimane sono state ricche di dolce far nulla e finalmente sono riuscito a staccarmi dal mio portatile, con cui ho lavorato ininterrottamente per quasi 24 mesi...

...e adesso si parte: tutto è quasi pronto, la valigia è ancora aperta, la guida turistica è stata sfogliata e la voglia di iniziare una nuova avventura è tantissima.

E, finalmente, insieme.

A presto!