domenica 5 agosto 2007

English summer

Qui a Londra si sfiorano i 28 gradi, e la popolazione britannica è definitivamente impazzita.

Per le strade iniziano a spuntare avvisi su come comportarsi in caso di caldo torrido (?): evitare di salire sulla Tube se il treno è affollato, evitare le ore centrali della giornata e portare sempre con sè una bottiglia di acqua fresca. A rischio anziani e bambini, anche qui.

Ad ogni modo, approfitto del sole splendente per abbandonare la mia giacca a vento e mi avventuro in Hyde Park: è sabato mattina e dal fortissimo odore di crema solare sembra proprio di essere in una qualsiasi spiaggia italiana, ma in realtà non c'è nè spiaggia nè mare, solo tantissime persone che in costumi discinti cercano di ustionare le proprie bianchissime pelli.

Un venditore ambulante cerca di rifilarmi una crema solare "per non scottarmi le braccia e il viso con questo sole torrido": sorrido, un cenno alla differenza di colore tra la mia e la sua pelle e vado via divertito.

Nonostante questi simpatici siparietti, Hyde Park è davvero stupendo, entro dal Wellington Arch e costeggio tutta la Serpentine, il grande lago che si trova al suo interno: qualche coraggioso è al lido a tuffarsi nelle limacciose e stagnanti acque, mentre i più passeggiano lungo le sponde o affittano barche e pedalò per ustionarsi meglio al centro dello specchio d'acqua.

Ovviamente, sono da solo: passeggiare è lenitivo, ma devo dire che di fronte alla bellezza di certi panorami, all'unicità di certe sensazioni, non riesco a trattenere una lieve tristezza che adombra tutto, e tutto rende meno compiuto, meno efficace.

La Serpentine è davvero scenografica e riesco a passeggiare a lungo sulle sue sponde: arrivo ai giardini italiani, dove campeggiano delle fontane così brutte che in Italia non le metteremmo nemmeno nel retro della scuola elementare del paese, ma qui è pieno di turisti che s'infradiciano per una foto. Strano popolo.

Mi accorgo che passeggio per il parco da circa 3 ore e ho proprio bisogno di cambiare aria, chè spesso i pensieri non vanno d'accordo con la bellezza che entra dagli occhi, e soprattutto con le innumerevoli coppie di amorevoli ragazzi che punteggiano il mio percorso: piego a sud e attraverso veloce tutto il parco per arrivare alla zona dei musei.

In realtà è una zona dominata dalle famiglie con bambini al seguito, perchè sia il Natural History Museum che il Science Museum offrono così tante attrazioni per i bambini che i genitori sono proprio costretti a portarli dentro.

Scelgo la storia naturale e mi trovo immerso tra immensi scheletri di dinosauri e divertenti T-Rex robot che ruggiscono alla folla. Tutto sommato passo piacevolmente un po' del mio tempo con i padiglioni interattivi e le installazioni, ma presto non ho più voglia di ascolare il vocio degli infanti e esco fuori.

C'è un po' di tempo per l'ultima tappa, e allora decido di entrare nel tempio del consumismo londinese: Harrods è davvero imponente, ti accoglie in maniera gentile e inizia a stupirti ad ogni reparto con un'opulenza fuori dal comune, incredibile, geniale.

Davvero un gran bel posto: gli equilibri mondiali si riflettono anche qui, e si vedono parecchie donne arabe elegantissime al seguito di ricchissimi uomini arabi che comprano e apprezzano le merci più costose.

Gli italiani, com'è ovvio, si raggruppano nei soliti posti chiave: D&G, Louis Vuitton, Prada, Burberry.

Insomma, un gran bel posto per comprare qualche regalino in una sola visita, evitando di girare in lungo e in largo per la città. E anche un'ottima sezione di computer e elettronica, a dire il vero, dove la mia tessera universitaria mi schiude le porte per le prove gratuite dei portatili e dei gadget...

****

Magari avremmo potuto passeggiare mano nella mano, e avrei fatto finta di gettarti nel lago: poi avremmo preso una barca e non appena mi sarei rivelato incapace di condurla avremmo riso tantissimo, seppure sotto il sole.

E poi, sempre insieme, stenderci sull'erba e insieme sonnecchiare osservando le fronde degli alberi, mentre il mondo intorno a noi s'affanna e s'industria.

Magari, avremmo potuto.

3 commenti:

Almostviola ha detto...

E, sempre sulla scia degli "avremmo potuto", non ci stava anche un giretto da Harrods in modo da allenarmi a comportarmi come le donne arabe che si portano dietro i mariti? Ovviamente, sempre mano nella mano!
Baciotti

Franziska ha detto...

Se già si mettono in costume per soli 28°, noi qui, quando i sfioravamo i 45, che dovevamo fare??? Girare nudi??

Divertiti

Anonimo ha detto...

28 gradi=caldo torrido...pivelli!
Beh, a pensarci, è la stessa logica che mi spinge a dire che c'è un freddo polare quando la temperatura scende a 10 gradi...:P
Forza e coraggio Savvuccio, pensa che un giorno potrete!
...magari quando sarai un dottorato senza soldi! ihihih