martedì 2 giugno 2009

Primavera in musica

Un po' in ritardo rispetto al calendario, ecco qualche brevissimo consiglio musicale sui nuovi dischi che sono usciti in queste settimane. Poche buone uscite, ma davvero di ottimo livello.


Patrick Wolf - The Bachelor
L'enfant prodige dell'avant-pop britannico torna sulla scena con un album coraggioso fatto di stili differenti, influenze multiformi e tanto, tanto coraggio. Un ottimo album di pop sinfonico, folk inglese, industrial elettronico e così via.




Phoenix - Wolfgang Amadeus Phoenix
Questi francesini al loro quarto album piazzano uno sfolgorante ensemble di piccoli capolavori pop, con un'attitudine elettronica e anche abbastanza superba. Spaziando da Liszt alle tendenze più moderne, un viaggio a tutta velocità nel divertimento.




Japandroids - Post-nothing
Questi canadesi fanno una musica noise-garage veloce, stridente e urlata, con un velo di lo-fi che sembra ormai obbligatorio per avere successo negli ultimi mesi. Pepe nero macinato nelle orecchie.



The Field - Yesterday and today
La techno minimalista svedese è la nuova religione e Axel Willner, aka The Field, è il suo profeta. Dopo un ottimo esordio nel 2007, ecco la conferma che tutti aspettavamo: nuovi pezzi ricamati da loop, scintille shoegaze e droni latenti. Onde REM anche da svegli.

domenica 31 maggio 2009

Omar Souleyman & Group Doueh

Un aspetto che apprezzo davvero tantissimo della cultura inglese, e che rende questo popolo ontologicamente differente dall'italiano medio, è l'apertura verso le culture diverse. Sotto tutti i punti di vista, dalla gastronomia all'arte, dal modo di vestire fino alla lingua, gli inglesi sono sempre ben lieti di fare nuove esperienze e conoscere nuovi punti di vista.

Ovviamente, la musica è uno di quei campi in cui il meltin' pot si rivela più efficace e così ho avuto modo di assistere ad un concerto organizzato da Sublime Frequencies, label americana che ha l'obiettivo di "scoprire ed riportare alla luce visioni e suoni oscuri delle moderne e tradizionali frontiere urbane e rurali", con particolare riguardo al Sudest Asiatico, al Medio Oriente e al Nordafrica.

Il programma della serata prevede due concerti: il primo a suonare sarà Omar Souleyman, mentre subito dopo il Group Doueh calcherà la scena.

Autentica leggenda del pop siriano, Omar Souleyman ha iniziato cantando alle feste private e ai matrimoni (come un certo napoletano Gigi) e con più di 500 titoli autoprodotti è l'autore di una musica che riunisce i suoni tradizionali ed esotici della musica araba con un sapore sintetico e techno che avvicina il suo stile alla musica hardcore da discoteca.

E infatti dal momento della sua apparizione fino ad un'ora dopo, veniamo trascinati in una discoteca siriana, in cui il caro Omar diventa cassa dritta, vocalist e DJ, trascinando tutti in ritmi dance scatenati su scale arabe dal suono meravigliosamente sghembo. La sua fisicità è impressionante: nonostante sia un pacato uomo, la sua presenza scenica è fantastica e riesce persino ad incunearsi tra la folla danzante per intonare i suoi canti da muezzin.

Alle sue spalle, l'emblematica figura del poeta rimane silente e, di tanto in tanto, sussura qualcosa alle orecchie del maestro, quasi a volere suggerire i testi per noi così affascinanti ed oscuri.

Il tastiera adopera il suo strumento come una serratissima drum machine, creando battiti che per noi occidentali sono abituali, ma tessendo melodie assolutamente stravaganti che vengono immediatamente seguite dall'oud, la chitarra araba dal suono tagliente.

Dopo una breve pausa per reintegrare i liquidi dispersi durante questo sabba techno, ecco apparire sul palco i Group Doueh, dal Sahara Occidentale, una distesa di sabbia tra il Marocco e la Mauritania. Mr. Doueh, come ama farsi chiamare, trovò una cassetta di Jimi Hendrix negli anni '70 e da allora si innamorò della chitarra elettrica, coniugando lo stile occidentale con la musicalità sahrawi tipica di quell'area del globo. Sul palco abbiamo la moglie e il figlio di Mr. Doueh, rispettivamente alla voce e alla tastiera, insieme ad un simpatico ometto che intonerà canti tipici con voce acuta e stentorea.

Le capacità sonore di questo gruppo sono davvero impressionanti: la chitarra viene prima scossa in suoni che ricordano il wall-of-sound di certo shoegaze occidentale, ma la combinazione di pezzi dalla struttura psichedelica lunghissima, il reiterato uso di suoni vocali ritmici e la potenza elettrica e infuocata che sprigiona dallo strumento riesce a mandare in trance sognante l'intera platea.

Anche stavolta, i musicisti sembrano coinvolti quanto gli spettatori e alla fine si trasforma in una festa danzante, con Mr. Doueh che suona la sua chitarra dietro la testa tra il pubblico, con il sorriso di chi ha, davvero, visto la luna in un istante.

Un concerto entusiasmante, meraviglioso e incredibile. C'è così tanto nel mondo da scoprire che non vale proprio la pena di annoiarsi.

sabato 23 maggio 2009

Trasloco!

Nonostante la mia inesperienza con il mercato immobiliare, sono state sufficienti solo un paio di settimane per trovare una nuova sistemazione. In queste settimante, però, ho avuto modo di comprendere che il livello medio delle case inglesi è davvero piuttosto scadente...

Moquette vecchie e mefitiche, cucine in rovina, stanze che hanno il bagno in un'altra casa, soggiorni con divani che sollevano piuà di un dubbio... insomma, ho capito che ci sono parecchie persone disposte a vivere in condizioni che io non potrei sopportare nemmeno per 24 ore.

Ho avuto fortuna ed ho trovato una posto molto grande e bello e molto vicino al mio posto di lavoro. E così tra qualche settimana c'è un altro trasloco da fare e persino qualche mobile da comprare.

E l'avventura continua... ma da un'altra parte!

domenica 3 maggio 2009

Room ballot mon amour.

L'entusiasmo che mi aveva colto durante la mia prima settimana qui al Churchill College ha vacillato duramente durante gli ultimi giorni, a causa di uno sfortunato sorteggio secondo il quale dovrei andare a vivere, tra qualche mese, in un tugurio.

Infatti qui le camere vengono riassegnate ogni sei mesi secondo un complicato sorteggio, in maniera che il fair play regni sovrano e tutti abbiano le stesse possibilita'. Peccato che, in questo modo, mi e' stata assegnata una stanza all'interno di una casa al di fuori del college, sul cui stato di manutenzione e pulizia stendo un amorevole e pietoso velo.

E cosi' la mia permanenza all'interno del Churchill College si chiudera' a fine agosto. E questo significa anche che devo cercare una casa o una stanza tutta per me. E io, con il mercato immobiliare, non ho mai avuto alcun rapporto diretto.

Imparero' a fare anche questo.

lunedì 27 aprile 2009

Pillole di musica

Mi e' piaciuto l'esperimento del mese scorso, in cui ho brevemente consigliato qualche nuovo nome da ascoltare per capire che cosa sta succedendo in questo musicalmente ricco 2009. E cosi', anche in questo mese, ecco qualche veloce pillola per scacciare la noia.

Bat For Lashes - Two Suns
Lei si chiama Natasha Khan ed e' anglo-pakistana: questo suo secondo album conferma le sue ottime doti di polistrumentista e la sua voce obliqua e tagliente che ricorda molto quella di Björk. Parecchie canzoni in bilico tra il dream-pop e il synth-pop, ma la vera protagonista e' la vocalita'. Il singolo "Daniel" e' molto gettonato in radio e questo genera notevole stupore. Un viaggio nel nord del nostro animo.




DM Stith - Heavy Ghost
Proveniente da una famiglia di musicisti, il nostro caro David Michael Stith ci ha messo un po' per capire di essere capace di trasferire stati d'animi oscuri e attanaglianti in un songwriting pregno di atmosfera, scuro e leggero come il fumo di un falo'. Gran bel debutto, un disco in bilico tra episodi piu' sperimentali e canzoni che sanno di lacrime. Amare e infuocate.




Jason Lytle - Yours truly, the Commuter
Ex-componente dei Grandaddy, Jason e' riuscito a scrivere uno perfetto esempio di indie-pop: zuccheroso, chitarre in bella mostra, melodie killer e canzonette cosi' dolci e cosi' perfette da far gridare al miracolo. La primavera, poi, rende tutto piu' bello. E le sue canzoni, davvero, sono come la rugiada mattutina sui prati. Immobile ed etereo.




Buraka Som Sistema - Black Diamond
Un diamante nero dall'Angola, ex colonia portoghese: si tratta di un disco che mescola i sapori tribali del kuduro con le schegge occidentali della cultura techno-rave, con immancabile benedizione di M.I.A.. Il ghetto si ribella e conquista i padroni, dei missili infuocati che hanno sapori fortissimi e pieni. Impossibile restare fermi.





[Anche su musica.bloglist.it]

sabato 25 aprile 2009

Felix qui potuit rerum cognoscere causas.

Questa citazione latina, attribuita ad una descrizione di Lucrezio ad opera di Virgilio, mi ha accolto non appena sono arrivato al Churchill College.

Questo motto, straordinariamente simile a quello della LSE, mi ha colpito particolarmente: si intravede in queste parole l'intera vocazione scientifica di questo luogo di studio e di ricerca, una tensione verso il progresso che passa per la comprensione, e quindi il dominio, sulle leggi che regolano fenomeni naturali e umani.

Ma non e' stato solo questo a farmi piacere quasi immediatamente la mia nuova dimora.

Sicuramente, dopo mesi passati in una residenza presbiteriana in cui l'eta' media superava i 50 anni, trovarsi in questo luogo ameno e insieme a piu' di 500 studenti e' una gran bella differenza. Tra gli scalmanati undergrads e i piu' compassati advanced students, di cui anche io faccio parte, il college e' sempre pieno di giovani che passeggiano lungo gli squisiti vialetti tra i prati, che giocano a calcio sull'erba o che studiano sulla panchine all'aperto.



Foto: James Bowe

Sembra un po' un villaggio turistico, con i vari casolari separati da prati e vialetti, tra i quali parecchi vagano in pantaloncini e infradito come se andassero verso la spiaggia, ma probabilmente vanno solo al bar a bere qualcosa.

Una miriade di sensazioni, di emozioni e di annotazione da fare: minuscoli dettagli da comprendere, come la nettissima divisione interclassistica tra gli universitari e dottorandi, tanto che esiste la sala a noi riservata con annesso esclusivo bar.

La mia avventura qui a Cambridge sta prendendo una piega meno dura e difficile e posso davvero dire che mi trovo quasi bene.

Perche', in realta', manca sempre qualcosa per avere tutto.

domenica 19 aprile 2009

Rimmel

E qualcosa rimane, e rimarra' sempre.

Ma, davvero, non e' mai stato cosi' bello e sappiamo bene che sara' sempre piu' dolce e tenero e potente.

E quindi rimane la tua mano che pettina le ciglia e io, con la mia musica che hai imparato ad odiare con un sorriso, che ti ammiro in silenzio.

E con gioioso silenzio, sorrido anche io dinanzi ad un futuro fatto di istantanee piccole e deliziose.

domenica 5 aprile 2009

Viaggio nel tempo.

Ho trovato sempre piuttosto bello tornare a casa, l'idea di riavvicinarmi ad un luogo che ha visto nascermi e crescere, in cui ho mosso i primi passi e ho fatto le prime esperienze, un luogo da cui mi sono ormai volontariamente distaccato per inseguire sogni più o meno tangibili.

E per quanto mi allonti sempre di più, ogni volta ritornare è un percorso a ritroso nel tempo: rientrare nella mia camera, la mia scrivania, i miei libri, i miei oggetti, tutto concorre per ricreare in me l'immagine di un periodo della mia vita ormai andato ma a cui continuo a pensare con dolce malinconia.

E adesso, alla luce della mia nuova avventura e della mia nuova esperienza, è ancora più strano e più dolce essere qui: tutto mi appare così immobile, così distante, così arcaico.

E, come sempre, il piacere di essere a casa è simile a quello di una vacanza: un periodo di riposo e di sospensione della monotona attività. Un periodo che finisce presto.