giovedì 30 ottobre 2008

Microsoft, Cambridge.


Foto: Aquillo

Oggi è stata una giornata davvero pienissima al Computer Lab, con tante cose da fare e tanta gente nuova da incontrare: i vari progetti stanno ingranando e c'è tanta voglia di far bene il proprio lavoro.

Ma oggi ho avuto anche l'occasione per andare a visitare l'edificio che ospita il centro di ricerca Microsoft qui a Cambridge, difatti l'edificio accanto al nostro.

E' stato parecchio divertente e interessante vedere le postazioni Xbox pronte all'uso nei corridoi, la cucina di design in cui vengono studiate le nuove tecnologie, gli spazi comuni in cui c'è tutto a dispozione per lo svago e per mangiare insieme. Un ambiente di lavoro parecchio interessante.

Ma più in generale, è davvero un bell'ambiente anche il Computer Lab: gli stimoli sono sempre efficaci e costanti, i progetti su cui si lavora sono all'avanguardi a e si ha la sensazione di essere continuamente in quel sottile limite tra ciò che c'è già e il futuro.

E difatti, lavorare nella ricerca è un po' come guardare nel futuro, solamente che puoi anche sporcarti le mani e provare e modellare qualcosa.

lunedì 27 ottobre 2008

London, Muswell Hill.


Foto: curreyuk

Sfruttando l'occasione fornita da una rimpatriata con gli amici, per la maggior parte italiani, di UCL, sono stato proprio ieri sera a Londra per una pizza in compagnia in quel di Muswell Hill, quartiere residenziale a nord della città.

E, non di meno, sono tornato a Londra dopo più di un anno.

Devo confessare che l'atmosfera di Cambridge, l'amorosa quiete e la pace che regna qui in ogni luogo mi hanno fatto sentire un po' provinciale nella grande metropoli: appena giunto a King's Cross la marea delle persone mi ha preso alla sprovvista e mi ha ricordato quanto possa essere unica Londra.

Poi, salito sul solito bus a due piani, i quartieri che veloci scorrevano dinanzi ai miei occhi, l'intreccio multirazziale della gente, la dinamicità delle persone mi hanno catturato completamente. E mi hanno fatto riflettere sulla grande differenza esistente tra l'elitaria Cambridge e il melting pot londinese.

Certo, avrei comunque evitato con piacere il guasto al treno delle 00:07 per Cambridge, che ci ha tenuto bloccati a lungo in quel di Watton-at-Stone e che mi ha fatto arrivare a casa solamente a notte ormai inoltrata.

Però ho visto i compassati inglesi reagire allo stop prolungato in maniera piuttosto originale: una gentile e delicata telefonata al servizio lamentele della National Rail.

Eheh.

sabato 25 ottobre 2008

Festival of Ideas.

Settimana di lavoro qui a Cambridge, il Computer Lab ferve sempre di eventi, impegni e seminari: il lavoro non è eccessivo ma comunque nel weekend si ferma un po' tutto e con indolente pigrizia ci si abbandona al tempo libero.


La cittadina si trasforma nel weekend: gente d'ogni età va in giro per le strade e nei parchi, spingendosi fuori città nel verde della campagna inglese, approfittando dei numerosissimi sentieri e delle piste ciclabili ben segnalate e ottimamente tenute. E così anche io, sfidando il freddo mattutino, ho scelto di fare un lungo giro in bici fino fuori città, seguendo il molle e lento fiume Cam nelle sue anse e attraversandone qualche ponte.

E anche perdere per un attimo l'orientamento può regalare qualche bella esperienza, chiedendo ad un distinto e gentilissimo signore un'indicazione e restando stupiti per la sua evidente e genuina voglia di aiutare. 

Davvero encomiabile, quasi non sembrava fosse un freddo inglese.

Ma vivere in questa piccola città, in questo microcosmo sociale che di sicuro è molto più elitario del resto del Regno Unito, è davvero bello: la qualità della vita è smisuratamente elevata, le fonti di stress ridotte al minimo, il contatto con la natura costante e duraturo, l'educazione degli abitanti eccezionale.

Ma ciò che colpisce più di ogni altra cosa è il fervido clima intellettuale che si gode: centinaia di eventi, conferenze, concerti, spettacoli, conversazioni sempre brillanti con gente molto interessante ed erudita ma allo stesso tempo affabile e per nulla schiva, opportunità innumerevoli per scatenare dibattiti e domande argute e mai capziose.

Proprio stasera ho assistito con enorme interesse ad un seminario su FaceBook e i social networks, organizzato dal Dipartimento di Antropologia Sociale dell'università nell'ambito del Festival of Ideas, che prevede moltissimi eventi del genere in questi giorni. Si è trattato di un interessante scambio di punti di vista sull'argomento, con un sociologo, una giornalista, una psicologa infantile e un professore di informatica: punti chiave del dibattito sono stati come questi mezzi cambiano la nostra vita e come le nuove generazioni riescono a adoperarli con così grande efficienza. Ed è solo un esempio per trasmettere la bellissima sensazione che si ha vivendo e lavorando qui.

Certo, a parte il clima un po' rigido. è davvero un posto fantastico. 

Adesso restano solo da sistemare degli importantissimi dettagli.

sabato 18 ottobre 2008

God bless RyanAir.

E' stata una settimana bellissima quella appena finita, passata nuovamente in quel di Catania: ho festeggiato una laurea e ne ho visto un'altra e devo dire che ero già sicurissimo del successo di entrambi i laureati...!

Ad ogni modo, è stato davvero strano tornare nella città che per tanti anni è stata la mia dimora e che ancora rimane uno dei posti in cui vado più spesso: sempre caotica, ancora più disorganizzata, rimane in cima ai miei pensieri eminentemente per tutte le persone che ci vivono e che hanno accompagnato il mio cammino universitario.

E' stata anche la prima esperienza da "pendolare aereo", perchè non avevo mai preso un volo con soltanto una semplice valigetta e devo dire che si tratta davvero di una cosa molto comoda: si evita del tutto la seccatura del bagaglio da imbarcare e si perde pochissimo tempo all'aeroporto.

Ma tutto questo è stato possibile solo grazie a RyanAir, la famosissima compagnia low-cost che ha come base operativa proprio l'aeroporto di Stansted, vicinissimo a Cambridge, e che mi ha portato fino a Palermo.

Il prezzo dei biglietti è davvero bassissimo e agevola soprattutto chi viaggia leggero, visto che ogni cosa è praticamente a pagamento, dal check-in in aeroporto all'imbarco del bagaglio fino alle bevande e agli snack a bordo. Ma prenotando con buon anticipo e scegliendo voli non molto richiesti si spende davvero pochissimo: inoltre il check-in online consente di risparmiare sia tempo al terminal che soldi. E la pubblicità che si sente continuamente nella radio di bordo durante il volo fa capire anche da dove vengano i profitti della compagnia, così come l'immagine seguente, tratta da un interessante articolo di Wired che analizza meglio il fenomeno.


In ogni caso, piuttosto disagevole è stato spostarsi in Sicilia verso l'aeroporto di Palermo, con un lunghissimo viaggio in autobus che sembrava non finire mai. Invece qui in Inghilterra l'ottima National Express con le sue corse frequenti tra Stansted e Cambridge mi ha portato celermente a destinazione.

E così la RyanAir rende un po' meno forte la nostalgia di casa, con la sua capacità di collegare il mondo e, soprattutto, le persone.

Una mission lodevole, senza dubbio.

lunedì 13 ottobre 2008

Nozze di ferro.

Tornare a casa ed essere un po' sfaccendati significa anche avere un po' di tempo da passare con il parentado, che brama sempre di vedere "il ragazzo", nonostante io abbia ormai passato i venti anni da un pezzo.

E così ho colto l'occasione per andare a visitare due miei prozii che qualche giorno fa hanno festeggiato il 70esimo anniversario di nozze.

Nozze di ferro, le chiamano.

Era il lontano e sbiadito 1938 e loro due, giovani e speranzosi, coronovano un semplice sogno d'amore. Gli anni portano guerre, ricostruzioni, crisi, figli, nipoti, malattie, anzianità: ma si tratta sempre di 70 anni passati insieme, affrontando problemi grandi e piccoli e condividendo ogni cosa, ogni pensiero, ogni gesto.

Mi ha colpito il tenero affetto che li lega ancora, la sensazione di conoscere l'altro a memoria, di averne già visto e rivisto ogni sguardo, ogni parola ormai mandata a memoria dei mille racconti che una persona anziana può riservare.

E mi chiedo dove si annidi questo segreto, questa capacità di rimanersi accanto nonostante tutto e di aggrapparsi ad un'altra persona pervicacemente e tenacemente, superando ogni ostacolo sempre con infinita fiducia nell'altro.

Perchè è proprio quello che cerco, anche dentro me stesso.

sabato 11 ottobre 2008

Equilibrio cercasi

Dopo un sereno e lineare viaggio iniziato nel cuore della notte, sono arrivato in Italia: il volo delle 6 mi ha permesso di riposare sia andando verso l'aeroporto che sull'aereo, difatti il rombo incessante dei rumori non ha potuto contrastare lo stato di catalessi dovuto alle misere tre ore di sonno che avevo accumulato.

E così, eccomi di nuovo a casa: ma stavolta c'è una sensazione nuova, ed è come se per la prima volta sia in vacanza dentro la mia casa.

Forse è dovuto al fatto che ho lasciato tutte le mie cose a Cambridge, forse al fatto che mentre lì mi tengo occupato con il lavoro qui invece il ritmo diventa blando, lento e docile. In ogni caso, la mente vive questa nuovissima sensazione e la trovo vertiginosa in maniera eccitante, quasi vitalmente necessaria.

Ma in tutto questo, mi sento colpevolmente diviso a metà, come una molecola scissa nei suoi componenti elementari.

In questi giorni occorre cercare equilibrio, e trovarlo alla svelta.

venerdì 10 ottobre 2008

Pendolo.

Come qualcuno ha proposto, è giusto raccontare qualcosa dei miei giorni qui a Cambridge.

La tranquillità del luogo ispira comunque una vita semplice e regolare: ogni mattina vado al lavoro con la mia ottima bicicletta di seconda mano (ma questa è un'altra storia), e in circa 5 minuti sono già sul posto.

I colleghi sono per metà facce già conosciute dall'estate scorsa e per metà facce nuove, ma mi trovo piuttosto bene: l'ambiente del Computer Lab è molto stimolante e informale, con molte persone con cui parlare e discutere.

Cambridge è molto piccola, quindi la dimensione umana del luogo incoraggia molto le passeggiate e le uscite con gli amici a piedi: è molto piacevole girovagare per le stradine un po' buie della città, discutendo amabilmente anche di argomenti piuttosto seri.

Difatti si parla spesso di futuro, prospettive, scelte e decisioni: la vita di chi sceglie di andare all'estero è sempre carica di una quantità indefinita di dubbi, domande ipotetiche, rimpianti e rimorsi. E lo vedo continuamente, negli occhi e nelle parole di chi lontano da casa c'è da parecchio tempo.

E mi ritrovo così a dover gestire situazioni piuttosto complesse, sicuramente difficili e cariche di insidie. E spesso la tentazione è quella di chiudersi in se stessi per far sparire il fastidioso senso di inadeguatezza che alberga nel petto. Ma forse è meglio fare un grosso respiro, buttare l'aria fuori e cercare, come sempre, di impegnarsi per il meglio.

E adesso, nel cuore della notte riparto per l'Italia.

Solo qualche giorno, ma voglio andare.

mercoledì 8 ottobre 2008

King's College

Questa mia foto del King's College di Cambridge, che però risale all'estate scorsa, è stata scelta per l'inclusione nella nuova Schmap Cambridge Guide.

E così torna la voglia di bighellonare per la città con la macchina fotografica in mano.

lunedì 6 ottobre 2008

Freshers week!

Non so perchè, ma da quando sono qui a Cambridge non ho scritto moltissimo. E dire che ci sarebbero tante cose da raccontare, a partire dal Westminster College che mi ospita fino alle gelide scorribande in bicicletta di questa settimana sottozero.

Ma forse è giusto parlare dell'ambiente universitario che monopolizza ogni aspetto della vita cittadina.

Qui a Cambridge è appena iniziato l'anno accademico con il Michaelmas Term, desueto termine che indica appunto il quadrimestre autunnale, ed è già tutto un fiorire di feste, occasioni formali e impegni per l'aspirante "fresher", ovvero per la matricola. Si tratta della Freshers Week, ovvero una settimana in cui si vive un carnevale inebriante fatto di incontri, feste e nuove amicizie.

In città si respira un'atmosfera elettrizzante e in ogni angolo si intravedono studenti spaesati alle prese con la spesa quotidiana oppure vestiti di tutto punto con l'opportuno smoking di circostanza per una formal dinner al college d'appartenenza.

Cambridge è una cittadina che ti accoglie in maniera totale, ti coinvolge e ti fa sentire parte di un'unica, grande comunità: l'amore per la scienza, per il sapere e la conoscenza riempie tutto il luogo e la maniera in cui le matricole vengono coccolate con occasioni di incontro, meeting e feste è davvero encomiabile.

Particolarmente interessante sembra essere il Pub Crawl di mercoledì prossimo: decine di studenti che vagabondano di pub in pub finchè riescono a reggersi in piedi.

E dire che ero venuto ad imparare nuove cose...

mercoledì 1 ottobre 2008

Focolare domestico.

Un viaggio interminabile, complice anche la lontananza dell'areoporto di Gatwick dalla città di Cambridge, mi ha tenuto in movimento per circa 7 ore: ma alla fine, comodamente seduto su un bus della National Express sono arrivato a destinazione.

Il freddo pungente e la tipica umidità inglese mi hanno accolto, come sempre: ormai ho un lieve brivido di sicurezza quando respiro quest'aria così sottilmente pungente, così bagnata e verde di erba. Sembra strano, ma molto lentamente questa nazione e le sue caratteristiche mi stanno diventando comuni, casalinghe.

A sorpresa, vengo accolto con una cena tra amici, ma la stanchezza è tanta e altrettante le cose da fare, così nelle ultime 24 non ho fatto altro che dormire e tentare di lavorare: i primi giorni sono sempre pesanti, occorre stabilizzarsi e organizzare tutto quanto e c'è sempre qualcosa che manca o che si è dimenticato di prendere...

E nel frattempo il pensiero vola velocissimo e crudele alle abitudini di un'altra terra, alle giornate tiepidissime e dolci che sono volate in compagnia: e il freddo che stuzzica, specialmente di notte, non fa altro che aumentare i pensieri e la nostalgia.

In ogni caso, sebbene non in questa misura così ingente, era tutto previsto: si tira su col naso e si va avanti, perchè presa una strada non si torna indietro.

Ma al prossimo bivio, magari, si sceglie più oculatamente.

E nel frattempo, mi scaldo con negligenza ad un focolare che purtroppo di domestico non ha proprio nulla. Almeno per ora.