lunedì 7 aprile 2008

Offlaga Disco Pax @ Zo Culture


Foto: Ginger*

Finalmente si va a vedere gli Offlaga Disco Pax dal vivo, qui a Catania allo Zo Culture, mentre quando sono passati qui in Sicilia qualche anno fa me li ero persi, causa un Natale o una Pasqua coincidentemente prossima.

Una precisazione è da fare, che renderà tutto ciò che segue più comprensibile: in realtà non è un concerto, bensì una preview del SoFar, festival di musica elettronica che si terrà in un futuro più o meno prossimo ma comunque non meglio specificato. Una diretta conseguenza di questo dettaglio è che in realtà gli ODP non saranno i soli ad avvicendarsi sul palco, ma saranno sicuramente il pezzo forte. Una conseguenza sempre diretta, ma molto più tremenda, è che il biglietto d'ingresso costa tantissimo: 15 euro sono davvero troppi, considerando che in media per gli ODP si spende meno di 10 euro.

Ma un concerto del genere a Catania è oro colato, e mi posso permette di dirottare il budget allocato precedentemente per la data dei Baustelle, annullata miseramente qualche giorno prima.

Insieme ad Anto e AlmostViola, quest'ultima che mi accompagna pur non conoscendo nè apprezzando il trio emiliano (bontà sua!), ci presentiamo puntuali alla biglietteria alle 22, ma scopriamo che lo Zo non è famoso per essere puntuale e difatti un'attesa estenuante fino alle 23,45 ci rende molto, molto nervosi. Pessimo inizio.

Finalmente si aprono i cancelli e ci troviamo in un locale non molto vasto, ma fortunatamente dal soffitto piuttosto elevato: gli ODP saliranno sul palco dopo che un anonimo gruppo (non si presentano nemmeno) si lancia in una manciata di canzoni leggermente romantiche interpretate da una ragazza piuttosto appariscente

Passata la mezzanotte, entrano loro: Max si porta subito al microfono, un leggio pieno di fogli e una lucina a illuminarli, e intona Ventrale, il singolo del loro ultimo "Bachelite".

La platea è immediatamente su di giri: per un attimo si torna a "Socialismo Tascabile" con Enver e poi iniziano a cantare tutti i brani dell'ultimo album, dall'ironica Superchiome al romanzo criminale di Dove ho messo la golf?, passando per Cioccolata I.A.C.P, Lungimiranza e una accoratissima Sensibile, canzone piuttosto a rischio in una città molto destrorsa come quella etnea.

Max è un autentico istrione: dietro il microfono il suo volto è in preda di una febbre personalissima, trasfigura la musica e i testi in maniera sublime. Impossibile non trattenere un sorriso, impossibile con scorrere mentalmente i racconti in musica che declama da dietro il leggio.

Un breve tuffo nel passato con Tono metallico standard, apprezzatissima da tutti, e si finisce in stupenda malinconia con una grandissima prova di Max in Venti minuti, splendido ritratto di nostalgia familiare e accorata descrizione del rapporto padre-figlio.

C'è ancora tempo per un ritorno sul palco, e allora il pubblico si infiamma con una versione nuova di Robespierre, il pezzo migliore dello scorso album e poi, il gran finale: Tatranky, manifesto ideologico dell'intero gruppo, corredato dal solito lancio finale di wafer cecoslovacchi sul pubblico.

Uno show stupendo, un gruppo che dal vivo rende moltissimo e fa impallidire le versioni in studio dei loro lavori: molto merito va al cantante, che ha una presenza scenica notevole. La sua parvenza da anonimo ragioniere cozza in maniere stupefacente con le affilate parole che canta, con i testi intelligentissimi, con i riferimenti pop da manuale.

Purtroppo, come ho letto con sfortunata coincidenza su Outsiders, c'è un'appendice polemica: il locale era stracolmo di persone che se ne fregavano allegramente del divieto di fumo, divertendosi ad inondare con le loro mefitiche sigarette l'aria e soprattutto i polmoni di chi voleva solamente gustarsi un concerto. Gente che probabilmente non sapeva nulla del gruppo e non faceva altro che passare il tempo accedendosi una sigaretta dietro l'altra.

Inutile dire che è una vergogna vedere che quasi sempre sono i gestori del locale a permettere che ciò avvenga, perchè di fatto sono loro a porre regole e paletti sul comportamento all'interno delle loro sale. Ecco, a volte mi piacerebbe tanto chiamare non la polizia, ma addirittura l'FBI, e vederli fare irruzione ad armi spianate nel locale, arrestando il gestore e multando tutti i tabagisti presenti.

A volte mi chiedo perchè ci siano le leggi in questo Paese, se poi nessuno le rispetta e le fa rispettare.

Insomma, per chiudere in una frase: grandissimo concerto, Offlaga in grande spolvero, ma lo Zo Culture è un locale gestito male e organizzato peggio.

Spiace dirlo, perchè è spesso l'unico posto in cui qui a Catania arrivano artisti di un certo livello, ma è la verità.

1 commenti:

Almostviola ha detto...

Ma perchè mi fai passare per un'ignorante? Li conosco, gli Offlaga, solo che non ci vado pazza e da sola non sarei mai voluta andare ad un loro concerto...mi accontentavo di sentirli in cuffia.
Per il resto, allo Zo, il personale è scontrosissimo...la cassiera sembrava mi facesse un favore quando alzava gli occhi e mi ascoltava, quello che staccava i biglietti si stava ritrovando con un pugno in faccia quando mi ha invitata ad uscire, dopo aver comprato il biglietto, al freddo x attendere l'inizio del concerto...
Quello del fumo è un problema pazzesco, non si respirava, come non si respira purtroppo in altri cento locali sparsi per Catania. Mi ero illusa che la legge e le sue motivazioni avessero fatto cambiare qualcosa, macché...