Grillo alle corde
Sembra che l'irruento e polemico Grillo abbia rifiutato in malo modo un'intervista all'Espresso.
Ecco le conclusioni dell'intervistatore mancato, Alessandro Gilioli:
Da questa ridicola esperienza, deduco due o tre cose di cui credo di avere ormai la certezza.
Primo: Grillo ha una paura fottuta del confronto. Sa che il suo linguaggio apocalittico e assertivo non ha niente a che vedere con lo scambio di idee e con il dibattere. E’ chiuso nel suo monologhismo. Sa di non avere argomentazioni razionali forti per difendere le sue affermazioni a tutto tondo, sa che il confronto lo obbligherebbe a qualche sfumatura e sa che probabilmente le sfumature lo annienterebbero, visto che il suo successo è figlio della sua assertività.
Secondo: Grillo ha una strategia di comunicazione basata sul vittimismo da censura. Io gli avevo promesso tre o quattro pagine di intervista su “L’espresso”, lui ha preferito non apparire per poter dire che la grande stampa lo ignora e lo censura. Bene, visto che da qui al 25 aprile andrà strillando al mondo che i giornali non parlano del suo V-Day perché ne hanno paura, si sappia che questo giornale voleva concedergli ampio spazio ma che lui lo avrebbe accettato solo per monologare, per ospitare la sua invettiva, e non per un’intervista. Nemmeno il più tracotante politico della Casta, a fronte di una richiesta di intervista, risponde “O scrivo io da solo e senza domande o niente”.
Terzo: Grillo con ogni probabilità usa così tanto Internet - e detesta così tanto i giornali - proprio perché il blog gli consente questo non-confrontarsi, questo non-dibattere. Perfino Berlusconi - dopo i primi tempi in cui mandava le videocassette registrate ad Arcore - ha imparato a rispondere alle domande dei giornalisti. Grillo no. Grillo si trincera dietro Internet per non ricevere domande, per non confrontarsi. Per esaltare, come direbbe lui, le sue caratteristiche di “monologhista”.
Attenzione, ragazzi, perché se questo è il futuro della politica in Rete fa veramente schifo.
Non riesco ancora a capire bene quanto c'è di buono e giusto: entrambe le parti mi sembrano piuttosto battagliere e, in particolare, ultimamente ho un po' trovato eccessivo lo sfrenato populismo demagogico (adoro usare questi termini) del genovese.
Ad ogni modo, mi sembra un duro colpo all'immagine di Grillo, che sulla Rete e sulla libertà d'espressione aveva fondato non un partito, ma un movimento intero. E personalmente sono anche un pelino contento, perchè spesso le sue battaglie e i suoi attacchi mi sembrano intrisi di un qualunquismo becero e livoroso, frutto di disinformazione più che del contrario.
8 commenti:
Salve! Un altro allievo della Scuola su blogspot, mi ha fatto veramente piacere farti visita qui :)
Baci,
Laura (matricola di lettere)
@Maelstrom: il punto 3 dimostra che di suo il giornalista dell'Espresso non capisce internet (i blog sarebbero un modo di trincearsi nel monologhismo, mentre i giornali fomentano il confronto???) e ha scritto sulla scia della scottatura per il rifiuto. Grillo ha i suoi (discutibili) metodi. Ma in un discutibile paese, sono gli unici possibili.
Secondo me il blog di Grillo non è altro che un posto dove pubblicare i suoi monologhi. Del blog ha la forma, forse i contenuti, ma l'interazione è nulla.
E resta che odio il suo becero populismo: mi sembra non dissimile a certi richiami alla sensibilità della gente, fatti solamente per strumentalizzarne le reazioni più intime.
Ma infatti, di positivo c'è che riesca a generare reazioni, in un Paese in cui ci si abitua a tutto, come ad esempio il fatto dei parlamentari con condanne pendenti...
Dopole prime reazioni però bisognerebbe andare oltre, passare all'azione e magari in questo a creargli dei problemi sarà la carenza di interazione con i media, con tutti e non solo con quelli che piacciono a lui.
...La cosa che mi è più dispiaciuta è stata vedere come la gente sia partita in quarta, insultando il giornalista dell'Espresso senza limitarsi e senza accettare che, come c'era scritto in uno dei pochi commenti non contro-Gilioli, si possa parlare male di Beppe Grillo.
A me Grillo non piace particolarmente, approvo l'"accusa" di vittimismo da censura, ma pur ammettendo che Beppe Grillo stia muovendo qualcosa di sensato in una società che si è abituata ad abbrutirsi di fronte ad un reality show o ad un videogioco per smettere di pensare, trovo un po' strana la scelta di non lasciarsi intervistare. Ok, magari sarebbe apparso alquanto incoerente, però avrebbe a mio avviso posto la questione in modo più aperto.
Poi per carità, ognuno si crei i propri feticci, senza macchia e senza paura.
Io stessa ne avrò un migliaio.
un baciozzo, Sabbo.
FedericaZ
Facendo zapping qualche giorno fa mi sono ritrovato davanti a una scena improbabile ma reale: un nuovo programma e uno degli imitatori di punta avrebbe imitato Grillo. Ecco, ditemi voi: un paese in cui un comico diventa a sua volte oggetto di satira credo che presenti una contraddizione in termini.
Si tira in ballo il Qualunquismo. No no. Niente di tutto questo.
Solo una "italianata" come tante altre.
(tutto, naturalmente, IMHO)
Secondo me Grillo sta occupando un ruolo che non gli appartiene: l'enorme vuoto nell'informazione italiana.
Grillo non è un giornalista, e non sa fare il giornalista: spesso non controlla i fatti, trae conclusioni affrettate.
Secondo me è ingiusto giudicarlo come giornalista o come leader politico: quello che sa fare bene è svegliare la gente dal cloroformio che quotidianamente i vari Bruno Vespa gli gettano addosso.
I giornalisti di inchiesta, i "cani da guardia del potere" in Italia mancano terribilmente, e il nostro paese ne fa le spese. A periodi alterni, qualcuno (giudici, comici...) si insedia nel seggio vacante.
Diceva De André: "Voi avevate voci potenti, adatte per il vaffanculo". Io sono convinto che di gente così ci sia il bisogno: sono loro a fare in modo che fare un po' meno schifo possa portare voti.
In Italia il giornalismo d'inchiesta c'è sempre stato, ma il vero problema è che la gente non pensa, non si interroga, non si indigna, non si cura di ciò che accade al di fuori dei propri interessi. E Grillo, che questo lo sa, immediatamente va a mettere in pericolo i piccoli interessi che ciascuno di noi coltiva , fomentando gli istinti più biechi.
Grillo fa ridere, ma non deve fare il giornalista in maniera così inesatta. Luttazzi, lui sì che riesce ad essere caustico e corretto.
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