martedì 27 marzo 2007

E dire che...

...mi commuovo sempre, a vedere come le persone più disparate si ricordino del mio compleanno.

Sono tanti piccoli dettagli, che poi nel tempo ti permettono di andare avanti.

Con il pensiero che magari, si faranno davvero grandi cose.


Foto: maud77

E questa dose di cioccolato e dolcezza, spero di meritermela fino all'ultima stilla.

domenica 25 marzo 2007

Kevin McAllister

"Mamma ho perso l'aereo" e il seguente film sono stati forse i film che ho visto più volte da bambino. Riuscivo ad anticipare tutte le battute dei film, recitandone interi quarti d'ora a televisione spenta.

Adoravo l'ingegnosa crudeltà del piccolo Kevin.




Che adesso è cresciuto abbastanza, e non fa più film per bambini.




Che il tempo possa non essere così severo nei nostri confronti.

300

Sembra che dopo Sin City, il nuovo film ispirato ai romanzi di Frank Miller sia altrettanto bello e spettacolare.

Guardando il trailer, a dire la verità, sembra molto, molto più bello.

name="movie" value="http://www.youtube.com/v/afyNbog-MCg" />

Non vi fa venir voglia di infilzare qualcuno con un lancia??

Insomma, dopo gli inderogabili impegni della prossima settimana, spero tanto di andarlo a vedere al cinema.

venerdì 23 marzo 2007

Pianificazione?

"Centinaia d’anni fa i seneca, una tribù di indiani d’America, avevano un modo per capire se era arrivato il momento di seminare il granturco: bisognava che facesse abbastanza caldo per potersi stendere nudi a terra senza rabbrividire. Secondo me potresti applicare un principio simile per avviare un nuovo progetto che hai in mente, Ariete. Prima di cominciare, aspetta di poterti spogliare e stenderti a terra in un posto all’aperto, senza tremare di freddo."

Questo invito alla calma, alla riflessione, al ponderare accuratamente ogni possibile futuro, è quanto più si addice ad una parte della mia vita.

Perchè un'altra parte, davvero, è invece ricca di azioni non meditate, ma fermamente volute col cuore. Ed è così che mi piace viverla, questa parte, senza la bilancia degli esitanti nè il passo incerto dei paurosi, ma con le forti ali di chi ha voglia di volare alto.

Per il resto, che ha a che fare con le oscure pulsioni di potere che governano l'uomo e la sua ambizione, è d'uopo attendere.

Se non tremo di freddo, allora niente potrà resistermi.

giovedì 22 marzo 2007

Lonely dinner

E mi accorgo che è stata una settimana massacrante, dal punto di vista di tutto l'impegno che mi è stato richiesto, che mi è stato preteso.

E ancora, non è finita.

Perchè giovedì sera, alle 22, sono davanti al mio portatile a consumare una cena riscaldata al microonde insieme ad una pessima birra gelata, illuminata dalla lampada da tavolo sulla mia scrivania, in mezzo a libri di ogni sorta.



Foto: Reelsco

In ordine sparso:

  • un vocabolario tedesco-italiano, che da domani forse verrà accuratamente riposto dopo l'esame
  • un manuale di programmazione in C++, della serie "facciamoci del male con i distruttori virtuali puri"
  • un libro di interazione uomo-macchina, esame incombente senza alcuna voglia di studiarlo
  • un romanzo dalla copertina arancio, pieno di interrogativi sulla trama
  • il catalogo di Intimissimi, perchè è sempre utile tenersi aggiornati
  • un libro sui metodi Monte Carlo, per tentare di sbancare
  • un libro sul controllo robusto, che diventa ogni giorno più astruso
  • un'agenda moleskine, nera, piena

E in mezzo, ribadiamo, la cena del Vostro Umile e Affezionatissimo.

io speriamo che me la cavo.

sabato 17 marzo 2007

Un'immagine vale mille parole

E allora, quanto vale un grafico?

Molte delle persone che conosco, e con cui vivo, sanno valutare bene la potenza di un buon grafico.
Altre persone semplicemente fuggono via al minimo accenno ad assi cartesiani, diagrammi di Venn, diagrammi relazionali.

Ma Jessica Hagy riesce a condensare potenti e intelligenti considerazioni sulla vita su dei piccoli grafi, disegnati sull'ormai vecchia e vintage carta da quaderno.



Per esempio, questo ha il titolo "and the lawyers salivate", e riesce a catturare con pochissimi tratti la complessità delle relazioni extraconiugali, con le loro profonde motivazioni.

Il suo blog è una mia lettura quotidiana, per la precisione e l'ironia con cui riesce ad esprimere con pochi tratti di penna profondi significati della vita.

Pensate, è riuscita persino ad arrivare sulla BBC, con un appuntamento settimanale.

Insomma, un piccolo must.

E, della stessa serie, il video seguente, che cerca di rispondere a molte delle domande sulla vita e l'universo facendo appello alla "filosofia powerpoint" dei grafici.





Personalmente, la parte finale sul Papa e i drink la trovo esilarante.
Così come lo spam che cresce a vista d'occhio.

Sakura

Quest'anno i ciliegi in Giappone fioriranno prima, a causa dell'inverno particolarmente mite che evidentemente non ha colpito soltanto questa porzione di mondo, ma anche il paese del Sol Levante.

Ed io, nuovamente, non faccio che pensare a questo appuntamento, senza poter osservare da un ponte di legno la calma degli alberi, il trionfo dei fiori.

Che in pochi giorni inonderanno il paese di soffici colori, per poi cospargersi sul terreno, sui vialetti, sulle strade.

Un tale spettacolo di bellezza, dalla durata effimera di pochissimi giorni.



Foto: wmchu

In tutto questo immaginario, è il silenzio ciò che più mi attrae.

Il silenzio del fiore che cade senza appassire.

venerdì 16 marzo 2007

Ahi serva Italia!

"...e i Decemberists in America hanno la stessa popolarità che da noi ha gente come gli Zero Assoluto o i Negramaro."

Dalla cronaca di un live all'Estragon di Bologna.

"Giusto per farsi un’idea delle proporzioni e soprattutto del divario musicale tra noi e loro."

Inutile stare qui a discutere sulla pesantezza, e la veridicità, di questa affermazione.

Ma davvero, c'è da riflettere sul panorama musicale in cui viviamo. Che relega piccole perle all'anonimato di nicchia e scaraventa qualche blockbuster del pop sui palchi della TV.




Per esempio, l'ultimo album dei Calla.

Intriso di desolazione, perfetto nei suoi tempi, nei suoi sfondi, nei suoi vocalizzi. Potete chiudere tutti gli scatoloni con i vinili dei Cure, da adesso sono loro a ridare voce a certi turbamenti interiori, con canzoni praticamente perfette.

Capaci di appassionarvi, farvi ridere, tremare, piangere, scuotere la testa, chiudere gli occhi e infine lasciarvi freddi e nudi sul pavimento bagnato.

Splendidi suoni a metà, in atmosfere cangianti, oscure e misteriose, piccole stanze polverose con i mobili ingrigiti, drammatici, divelti. Qualche quadro pende sbilenco dalle pareti, oscuri estranei vi sorridono da specchi anneriti. Qualche pulsione elettronica mitiga l'incedere lento e sinuoso delle chitarre da film, degli arpeggi circolari, fino ad un'esplosione senza rumore.

Un disco con cui innamorarsi, o amare all'infinito.

Da ascoltare: A sure shot, Bronson, Malo

Love sparkles

"Riesci a vedere delle meraviglie che un tempo non avresti notato. Il tuo cuore scoppia di un amore angelico e selvaggio che non avevi mai provato. E mentre assapori questo miracolo, senti accendersi delle scintille di gratitudine per le prove che hai dovuto superare."

E stavolta Brezsny ci prende più delle altre. Specialmente sull'amore angelico e selvaggio.

Tremende prove, forse paurose, ma ormai superate.


Foto: pgilliver

Angelico e selvaggio.

Micecars @ La Cartiera

Alla Cartiera, in via Casa del Mutilato. Posto affascinante, per qualche dolcissimo trascorso, perfino divertente.

Ma partiamo dall'inizio.

Io questo concerto lo volevo maledettamente vedere, perchè il disco dei Micecars si era guadagnato ascolti su ascolti dopo la prima timida volta.

Sì, perchè io lo ascoltavo e lo mettevo da parte, ma poi tornava alla riscossa, sapendo che avrebbe vinto. E alla fine ha vinto, incastonando nella mia mente le chitarre, gli urli, ma soprattutto le melodie.

Forse sono più delle "orecchiabilità", che delle melodie. Comunque, si tratta sempre di piccoli e semplici brani, dannatamente fighi, che ti entrano tra le orecchie e rispuntano sempre quando meno te l'aspetti.

Per esempio, sotto la doccia.

Che poi, sono italiani. Romani. E tu pensi che per la prima volta tutto il baraccone dei blog, delle webzine, del passaparola, è arrivato a casa tua. Non si tratta di qualche gruppusculo o cantantino albionico che scala le classifiche partendo da MySpace.

Stavolta si tratta degli Arctic Monkeys de' noantri. E in questa frase ogni paragone è scomodo ed insensato, se non in una certa affinità nei modi d'emergere dall'anonimato.

Ad ogni modo, si arriva in piazza Teatro Massimo, senza nemmeno penare tanto a convincere lei.
La Cartiera è ancora vuota. Si fa un giro, qualche drink.

E poi, dietro l'angolo, li incontro. I Micecars. Cioè, solo 4 Micecars.

Ciondolano, birra in mano, tra i detriti dei lavori di ristrutturazione. Si guardano intorno, annoiati.

Decidiamo di seguirli, nel periplo della piazza.

Entrano nel locale. Li seguiamo. Paghiamo (poco). Entriamo.


[Questa parte è stata modificata in seguito ad alcuni commenti chiarificatori del Sig. Micecars e di altri componenti del gruppo su quanto avevo erroneamente scritto, spinto da un atteggiamento del Sig. Micecars stesso che io ho equivocato.]

Sul palco una coppia incognita suona una coppia di chitarre.

Mi avvicino al bancone per una birra. Ed accanto a me, lo vedo.

Il Sig. Micecars (qui ritratto) beve birra da un bicchiere di plastica. Sembra visibilmente infastidito dai suoni prodotti dalla coppia incognita, ma così non è. Probabilmente è soltanto l'estrema stanchezza. Gli chiedo quando inizieranno a suonare, lui risponde che dipende dalla coppia incognita.

E' quasi mezzanotte, la coppia finisce. Arrivano i Micecars.

[Fine della parte revisionata.]

Si inizia con "Ghost Trolley", il pubblico è freddino ma approva e applaude. Il locale è un buco, l'audio è davvero pessimo.

Loro sono dei cazzoni fighissimi. Simpaticissimi, indie-issime cazzoni. Urlano troppo bene, ci sono 6 persone sul palco, 4 chitarre 1 basso 1 batteria. Ma urlano davvero tutti.

Le canzoni scorrono veloci, ma l'audio è tremendo. Tanto il disco è perfetto nella cura dei dettagli, dei bisbigli, delle urla, dei riff, tanto in quel locale non si distinguono bene i singoli strumenti. Il pubblico si anima, ma nessuna folla a pogare in mezzo. Dal mio trespolo mi godo il concerto, accennando qualche movimento di gradimento mentre canto tutte le canzoni.

Nel bel mezzo di "Underwater slug" il cantante perde l'uso del microfono. Continua a cantare, noi riusciamo solo a sentire tutti gli strumenti, i cori degli altri e le urla, mentre le sue labbra si muovono silenti.

E poi fanno "Americans", il mio pezzo preferito. Riesce bene. Sono completamente soddisfatto.

Tirando le somme, un'oretta di concerto, con tutte le canzoni del loro album. Che in realtà suona molto meglio, specialmente in cuffia, più curato, più chiaro, più divertente. Molti più dettagli, tappeti elettronici, riff taglienti, voci più intellettuali.

Ma il casino che riescono a fare dal vivo, le urla, i salti, la pazzia dei movimenti. Gran bella esperienza. Peccato il posto claustrofobico.

E subito fuori dal locale, un causale incontro.

E già si parla del prossimo concerto.

giovedì 15 marzo 2007

the curse is never broken

Il 2007 è iniziato già da un pezzo, ma ancora non si riesce a trovare un debutto musicale che possa far gridare al miracolo, uno di quelli in cui l'hype mediatico che avvolge ogni debutto del nostro tempo riveli invece una sostanziale qualità.

E penso proprio al terribile Mika: ricordategli che Freddy Mercury era una vera voce d'opera prestata al rock, non un ragazzino che canta in falsetto.

Ma dicevamo, dell'hype senza fondamenti. Forse non hanno ancora raggiunto la notorietà delle ribalta, ma sicuramente hanno già polarizzato l'immaginario à-la Brand New: i canadesi Arcade Fire hanno sfornato un grandissimo secondo album, potente, orecchiabile e al tempo stesso ricco di novità.

"Neon Bible" aveva ai miei occhi un'ottima presentazione, ma l'ascolto ripetuto si è rivelato molto, molto di più di quanto immaginassi. Ottime canzoni, originali.

Uno stupendo calderone di stili, dal folk mitteleuropeo alle potenti cavalcate rock, insieme con arrangiamenti di violini, organi e fisarmoniche. Anche David Bowie li adora e li sostiene.

Mica uno qualunque. David Bowie. Ziggy Stardust.

Che dire, quasi quasi hanno sostituito i Decemberists.

Ma questo è ancora presto per dirlo.

Da ascoltare: Black mirror, The well & the lighthouse, Keep the cars running

mercoledì 14 marzo 2007

L'albero del nullafacente

Si tratta di una di quelle teorie elaborate durante le lezioni universitarie più noiose, in cui ti ritrovi a discutere di eminenti facezie nel tentativo di far spostare l'immobile lancetta dell'orologio.


Foto: maelstrom84

L'albero del nullafacente è un diagramma che mostra tutte le attività che possono essere intraprese in una mattina che invece inizia con la frase "mi alzo presto e studio!".

Tipicamente, ciò significa che inizialmente si fa un giro sul Web, poi si iniziano a leggere dei blog, si continua seguendo alcuni link e si impiega così un po' di tempo: poi si passa all'instant messaging, si parla con qualche altro nullafacente mattutino, riconoscibile per il palese stato di "occupato", e si finisce infine con il giocare online o con l'ascolto di musica indie nuovissima, se non direttamente su youtube alla ricerca dell'ennesimo filmato della Diet Coke e delle Mentos.

E io, stamattina, mi sono alzato quasi presto.

martedì 13 marzo 2007

L'italiano questo sconosciuto

E' una grande lezione di filosofia, quella che ci consegna Michel de Montaigne nel XV secolo, ed ha a che fare con il relativismo.

Chi è diverso da noi non è un barbaro, selvaggio nemico da combattere, ma invece rivela un intero mondo da scoprire.

Questo fecondo principio, adesso si chiama relativismo.

Beh, sembra quasi che Matt Groening, o forse soltato gli sceneggiatori e i doppiatori dei Simpson, non abbiano ben capito che occorre sforzarsi di comprendere chi ci è diverso.

Da uno accorato richiamo di inkiostro, ecco due frammenti di due puntate della diciassettesima serie dei Simpson che coinvolgono il nostro paese, massacrano la nostra lingua e ci umiliano in un trionfo di stereotipi.








Ma non sono soltanto gli ottimi Simpson, a prendersi giuoco di noi.

Sicuramente qualcuno di voi conosce "Celebrity Deathmatch", la trasmissione di MTV in cui celebrità di plastilina si fronteggiano sanguinosamente sul ring, senza esclusioni di colpi.

Orbene, in una puntata c'è stato il cortese scontro tra Roberto Benigni e Benito Mussolini.

Ed ho capito che per gli americani l'italiano e lo spagnolo non hanno alcuna differenza.




A mio parere, è abbastanza triste ed umiliante.

Da questo momento, mi impegno solennemente a non confondere mai più coreano, giapponese e cinese.

Promesso.

Farò qualcosa, fosse anche un corso di lingue DeAgostini.

lunedì 12 marzo 2007

and it rained all night

Stanotte la pioggia battente, per la prima volta nella mia intera vita, mi ha infastidito.

Non avrei mai pensato che giacere al sicuro e al caldo sotto le coperte, mentre fuori furoreggia il temporale, diventasse un tormento. Privandomi del sonno.

Evidentemente arriva un giorno, nella vita di ognuno, in cui non si è più felici di se stessi, ma occorre vedere il proprio riflesso nell'altro, per godere della propria felicità.

Ed allora la pioggia notturna si scioglie in sorrisi, e un abbraccio caldissimo regala un sollievo immediato, senza alcuna paura.


Foto: Gigglejuice

Che strana giornata, a rincorrere aule dalla temperatura variabile, mai corretta, sempre fastidiosa.

E che strano epilogo, con un dolcissimo film in tedesco, ricolmo di teneri stereotipi sugli italiani canterini, romantici, sensibili.

E stanotte, di nuovo, la pioggia battente da affrontare.

Da solo.

Kisses from...

A volte è utile ricordare a me stesso l'evidente successo che ho con le donne.


Foto: maelstrom84

Specialmente con le cuginette di 4 anni.

Ogni cosa bella ha una fine....

... e fortunatamente, a volte, un nuovo inizio: questo!

Il mio blog trasloca dal cannocchiale a blogger, con una veste grafica rinnovata.

Toni più scuri, più consoni a chiacchierate intime che a proclami pubblici.

Spero di rivedervi in tanti qui, a continuare certi contatti a distanza che provocano ogni giorno qualche nuovo sorriso.

domenica 11 marzo 2007

Prototype

Così come si parla di "rapid prototyping", ecco qui un blog nuovo di zecca.

Certo, le idee cui si ispira sono chiare e palesi, ma è bello reinventare.