lunedì 27 aprile 2009

Pillole di musica

Mi e' piaciuto l'esperimento del mese scorso, in cui ho brevemente consigliato qualche nuovo nome da ascoltare per capire che cosa sta succedendo in questo musicalmente ricco 2009. E cosi', anche in questo mese, ecco qualche veloce pillola per scacciare la noia.

Bat For Lashes - Two Suns
Lei si chiama Natasha Khan ed e' anglo-pakistana: questo suo secondo album conferma le sue ottime doti di polistrumentista e la sua voce obliqua e tagliente che ricorda molto quella di Björk. Parecchie canzoni in bilico tra il dream-pop e il synth-pop, ma la vera protagonista e' la vocalita'. Il singolo "Daniel" e' molto gettonato in radio e questo genera notevole stupore. Un viaggio nel nord del nostro animo.




DM Stith - Heavy Ghost
Proveniente da una famiglia di musicisti, il nostro caro David Michael Stith ci ha messo un po' per capire di essere capace di trasferire stati d'animi oscuri e attanaglianti in un songwriting pregno di atmosfera, scuro e leggero come il fumo di un falo'. Gran bel debutto, un disco in bilico tra episodi piu' sperimentali e canzoni che sanno di lacrime. Amare e infuocate.




Jason Lytle - Yours truly, the Commuter
Ex-componente dei Grandaddy, Jason e' riuscito a scrivere uno perfetto esempio di indie-pop: zuccheroso, chitarre in bella mostra, melodie killer e canzonette cosi' dolci e cosi' perfette da far gridare al miracolo. La primavera, poi, rende tutto piu' bello. E le sue canzoni, davvero, sono come la rugiada mattutina sui prati. Immobile ed etereo.




Buraka Som Sistema - Black Diamond
Un diamante nero dall'Angola, ex colonia portoghese: si tratta di un disco che mescola i sapori tribali del kuduro con le schegge occidentali della cultura techno-rave, con immancabile benedizione di M.I.A.. Il ghetto si ribella e conquista i padroni, dei missili infuocati che hanno sapori fortissimi e pieni. Impossibile restare fermi.





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sabato 25 aprile 2009

Felix qui potuit rerum cognoscere causas.

Questa citazione latina, attribuita ad una descrizione di Lucrezio ad opera di Virgilio, mi ha accolto non appena sono arrivato al Churchill College.

Questo motto, straordinariamente simile a quello della LSE, mi ha colpito particolarmente: si intravede in queste parole l'intera vocazione scientifica di questo luogo di studio e di ricerca, una tensione verso il progresso che passa per la comprensione, e quindi il dominio, sulle leggi che regolano fenomeni naturali e umani.

Ma non e' stato solo questo a farmi piacere quasi immediatamente la mia nuova dimora.

Sicuramente, dopo mesi passati in una residenza presbiteriana in cui l'eta' media superava i 50 anni, trovarsi in questo luogo ameno e insieme a piu' di 500 studenti e' una gran bella differenza. Tra gli scalmanati undergrads e i piu' compassati advanced students, di cui anche io faccio parte, il college e' sempre pieno di giovani che passeggiano lungo gli squisiti vialetti tra i prati, che giocano a calcio sull'erba o che studiano sulla panchine all'aperto.



Foto: James Bowe

Sembra un po' un villaggio turistico, con i vari casolari separati da prati e vialetti, tra i quali parecchi vagano in pantaloncini e infradito come se andassero verso la spiaggia, ma probabilmente vanno solo al bar a bere qualcosa.

Una miriade di sensazioni, di emozioni e di annotazione da fare: minuscoli dettagli da comprendere, come la nettissima divisione interclassistica tra gli universitari e dottorandi, tanto che esiste la sala a noi riservata con annesso esclusivo bar.

La mia avventura qui a Cambridge sta prendendo una piega meno dura e difficile e posso davvero dire che mi trovo quasi bene.

Perche', in realta', manca sempre qualcosa per avere tutto.

domenica 19 aprile 2009

Rimmel

E qualcosa rimane, e rimarra' sempre.

Ma, davvero, non e' mai stato cosi' bello e sappiamo bene che sara' sempre piu' dolce e tenero e potente.

E quindi rimane la tua mano che pettina le ciglia e io, con la mia musica che hai imparato ad odiare con un sorriso, che ti ammiro in silenzio.

E con gioioso silenzio, sorrido anche io dinanzi ad un futuro fatto di istantanee piccole e deliziose.

domenica 5 aprile 2009

Viaggio nel tempo.

Ho trovato sempre piuttosto bello tornare a casa, l'idea di riavvicinarmi ad un luogo che ha visto nascermi e crescere, in cui ho mosso i primi passi e ho fatto le prime esperienze, un luogo da cui mi sono ormai volontariamente distaccato per inseguire sogni più o meno tangibili.

E per quanto mi allonti sempre di più, ogni volta ritornare è un percorso a ritroso nel tempo: rientrare nella mia camera, la mia scrivania, i miei libri, i miei oggetti, tutto concorre per ricreare in me l'immagine di un periodo della mia vita ormai andato ma a cui continuo a pensare con dolce malinconia.

E adesso, alla luce della mia nuova avventura e della mia nuova esperienza, è ancora più strano e più dolce essere qui: tutto mi appare così immobile, così distante, così arcaico.

E, come sempre, il piacere di essere a casa è simile a quello di una vacanza: un periodo di riposo e di sospensione della monotona attività. Un periodo che finisce presto.