sabato 7 giugno 2008

Gavettoni.

E poi tutti aspettavano l'ultimo giorno di scuola: anche se da fine maggio gli assenti erano ormai predominanti, l'ultimo giorno si tornava tutti in classe per la solita battaglia a colpi di gavettoni e altre armi di distruzioni di massa.

Per 4-5 ore il liceo diventava davvero un campo di battaglia: ricordo distintamente urla e risa, scherzi beceri e inseguimenti all'ultimo respiro, persino qualche scooter nei corridoi del piano terra.

Ricordo con gustosa malinconia quei giorni, pienissimi di attese e di voglia di divertirsi, in un limbo d'incertezza in cui, ancora, il proprio futuro non era nemmeno tratteggiato e, nondimeno, si riusciva a vivere in maniera spensierata e leggera. E l'incipiente stagione estiva non portava altro che noia e lentezza, esistenze che ancora non erano state colte dall'epidemia di irrequietezza che invece domina questi giorni.

A volte penso di avere il bisogno, di un ultimo giorno di scuola. Di avere proprio quella sensazione di libertà assoluta, priva di schemi e di domande, priva di attese e di scadenze.

E invece, l'ultimo giorno di università avrà un sapore tutto diverso.

Più forte, questo è ovvio: come quei vini corposi e ricchi che ti fanno subito girare la testa.

1 commenti:

Almostviola ha detto...

L'ultimo giorno di scuola aveva un che di catartico, purificatore...aprendo la porta ad un periodo di totale nullafacenza.
Vabbè, ci saranno molti ultimi giorni di lavoro prima delle ferie...ma senza gavettoni!