sabato 15 marzo 2008

Persepolis

Anche se con un discreto ritardo, dovuto ad una serie di impegni universitari che, davvero, non potevo rimandare e che mi hanno prosciugato come un anemone al sole, posso finalmente scrivere qualche parola sul film "Persepolis", visto con AlmostViola qualche settimana fa.

Come avevo già scritto
, era un film che aspettavo: mi incuriosiva parecchio conoscere dal punto di vista di chi l'ha vissuta sulla propria pelle la storia recente dell'Iran e devo dire che il delicato racconto di Marjane Satrapi riesce a dipingere con tinte appropriate il percorso della sua adoloscenza.

Particolarmente bella la parte dell'adoloscenza a Vienna, in cui la giovane iraniana deve scontrarsi contro tutti i pregiudizi e i perbenismi tipici delle società europee, ma è anche un'acuta riflessione sul senso di identità. A tale proposito un personaggio fondamentale è la nonna, portatrice di una saggezza atavica ma altrettanto moderna, sovrana custode di ogni senso ultimo dell'esistenza, estremo baluardo contro l'insensatezza del decadimento moderno.


Un film davvero ben fatto, in cui il medium dell'animazione non implica mai una mancanza di realismo, ma anzi riesce a sottolineare efficacemente certi passaggi del racconto: l'uso sapiente del bianco e nero, specialmente nelle scene più violente che in questo modo risultano sfumate ed eviscerate dalla loro componente sanguigna, riesce a comunicare in maniera diretta ma anche efficace il pensiero della protagonista.

Un film parecchio bello, che mi ha fatto riflettere molto sul fatto che, in ogni momento, c'è sempre un sacco di gente che sta peggio di noi.

1 commenti:

Almostviola ha detto...

Già, molto bella la figura della nonna, disillusa, moderna ed emancipata proprio grazie alla sua età e alla sua esperienza...
E' tristissimo pensare che un cambio di regime abbia fatto sprofondare il ruolo della donna millenni indietro rispetto ai progressi fatti secolo dopo secolo.In alcuni Paesi essere donna è quasi una maledizione...