Bank Holiday.
Seduto nella mia umile camera da letto, in una casa bellina al centro di Cambridge, cerco di mettere ordine negli eventi di questa lunghissima giornata, iniziata quando il sole non era nemmeno sorto nel cielo e gli occhi erano impastati di sonno in maniera inequivocabile!
Tornare in Inghilterra dopo meno di un anno è stato davvero interessante. Atterrare e sentire subito quel clima a metà tra il sereno e il piovoso, il fresco odore dell'aria, la gentilezza diffusa all'aeroporto: tutto come ricordavo, e le sensazioni assomigliano più ad un deja-vù che a una nuova esperienza.
E' incredibile constatare come niente sembra essere cambiato: sembra di essere appena stati in Tottenham Court Road, di essere usciti da un pub ancora un po' brilli, in attesa della consueta visita da Sainsbury's per la spesa quotidiana.
Ma invece stavolta Londra è solo di passaggio, perchè la destinazione finale è un'altra, del tutto diversa: si va a Cambridge, diametralmente opposta alla grande metropoli.
Tanto Londra è governata dalla confusione e dalla fusione degli stili e delle opportunità, allo stesso modo la piccola Cambridge riluce di ordine, silenzio e uniforme, altera medievale eleganza.
Ciò che colpisce più di tutto è il silenzio, il vuoto: forse a causa del Bank Holiday, nessuno si aggira per le strade, tutti i locali e i negozi sono chiusi o stanno per farlo, nessun rumore si ode tra i parchi e tra i vicoli. La sensazione è di pace, ed è notevole: adesso, poco prima di andare a letto, l'unico rumore percepibile è quello delle mani sulla tastiera.
E così, si inizia una nuova avventura. Anche questa, come sempre, ricca di sacrifici e, speriamo, di soddisfazioni.
E chi lo sa se è quella giusta.
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