domenica 30 novembre 2008

Ritmi diuturni.

E così, il Vostro Umile e Affezionatissimo torna a Catania. La città ha un sapore lievemente diverso, perchè ormai non è più la solita e sregolata vita da studente: adesso il ritmo è molto più cadenzato, scandito dagli impegni quotidiani, dagli appuntamenti che giorno dopo giorno diventano abitudini.

Ma questa riflessione è indipendente dal luogo: anche a Cambridge le mie giornate volavano via in un calendario fisso e abbastanza regolare. Probabilmente è dovuto alla fine dell'università, con la sua dimensione atemporale vaga e nebulosa che ti porta ad organizzare tutto in maniera estemporanea, ad hoc.

Confesso che mi piace: le abitudini mi danno sicurezza, mi danno certezze che rendono tutto più sereno.

E poi, qui a Catania, oltre alla regolarità delle abitudini c'è anche un'intera gamma di sentimenti che mi accompagna per tutto il giorno.

E questo è incredibilmente bello.

sabato 22 novembre 2008

Sguardi aerei.

Con una serenità quasi compassata ho passato la giornata tra treno, aereo e macchina per arrivare nella piovosa Sicilia dalla gelata Cambridge.L'eccitazione tipica del viaggio si sente ormai meno e piccoli accorgimenti aiutano a rendere la giornata di viaggio meno pesante e più serena.

Minuscole gocce di esperienza si accumulano.

Però quando l'aereo si è avvicinato a Catania e ho in un attimo riconosciuto la via Etnea illuminata a giorno, i quartieri della città, la costa verso Acireale, ecco in quel momento tutta l'enormità dei momenti stupendi passati a Catania si è subita resa palese.

Quante cose che ho disseminato per questa città, quanti piccoli dettagli che scatenano viaggi nella memoria degni del miglior Proust.

E adesso, eccomi a casa: è così bello sapere che ovunque vai, ovunque ti trovi, esiste sempre e comunque un posto dove puoi sentirti a casa.

E io ne ho persino più di uno.

Avanti e indietro.

Non ho avuto nemmeno il tempo di abituarmi alla serena e calmissima vita qui a Cambridge, che si deve già tornare in Italia. Questioni noiose con l'università italiana, di cui avrei volentieri fatto a meno, ma che è meglio sistemare adesso per non avere più alcuna noia in futuro.

E dire che avevo iniziato a lavorare alacremente, in questa cittadina che ti spinge alla vita monastica, al solito itinerario casa-laboratorio-sainsbury/pub-casa: iniziavo ad apprezzare le passeggiate solitarie in bici e già odiavo il cielo costantemente nuvoloso e la latitudine elevata che regala lunghi pomeriggi bui.

Ma, d'altra parte, torno con piacere in Italia, chè così tante persone simpatiche e divertenti mi aspettano: spero di conciliare il lavoro da smaltire con la voglia di vivere un po', le opportunità di divertimento con i piccoli impegni quotidiani. E sono quasi sicuro che non ci saranno problemi, perchè tutto può risolversi con un'adeguata organizzazione.

E, davvero, cinque anni fa non l'avrei mai immaginato un futuro così caotico, pieno di incertezze e di dubbi.

Ma bello, vero, solido e vivace. E con tanto amore dentro.

See you later.

lunedì 17 novembre 2008

Vagavo per i campi del Cambridgeshire: come vi ero arrivato, chissà.

Giornate passate in solitaria, e tanta musica da ascoltare per sentirsi meno soli: così il tempo scorre lentamente per me qui a Cambridge, tra tanto lavoro e tanto tempo per pensare, per inseguire chimere e riflettere quando il sonno tarda ad arrivare.

Lentamente, ma da buon osservatore, cerco di farmi un'idea di questa nazione, di questa cittadina e di quest'intera esperienza: piccoli dettagli come la qualità elevata dei quotiani e l'infimo biascicare dei tabloid, i continui atti gentili fatti da perfetti sconosciuti e i programmi radiofonici che aiutano a imparare meglio come capire l'accento posh di Cambridge.

E anche le medicine comprate per pochi centesimi al Sainsbury's, per tamponare un fastidioso e potente raffreddore britannico, oppure i cocktail a base di paracetamolo-caffeina-aspirina da ingollare al mattino per andare al lavoro a tutti i costi...

Lentamente, ma costantemente, nuovi particolari si dispiegano dinanzi a me e questa vita qui nella umida Albione inizia a prendere forma.

Ma, tutto ad un tratto, ecco che si torna a casa: per motivi disparati, ma si torna in Sicilia. E se da un lato è bellissimo rivedere chi è rimasto ad aspettarmi, dall'altro penso che magari sarebbe bello tornare presto.

E magari non da solo.

mercoledì 5 novembre 2008

The Bonfire.

Sono giorni silenziosi e di riflessione, giorni in cui l'autunno ormai si impadronisce di ogni cosa e il lieve tappeto di foglie dorate cadute dagli alberi è ormai diventato una sanguinolenta poltiglia inzuppata dalla pioggia.

Giorni di osservazione, in cui immergersi in una cultura straniera per cercare almeno di comprenderne le basi, riferimenti sociali che sembrano estranei ma che costituiscono l'essenza stessa dell'essere britannico.

E' una nazione che si svela lentamente, rinchiusa in una strenua difesa del privato e in una riservatezza davvero fuori dal comune per un italiano.

Stasera ho assisito con piacere alla Guy Fawkes Night: qui a Cambridge è un'occasione per tenere una colorata e luminosa fiera di provincia, con annesso luna park, giostre e furgoncini per hot dog e panini.

Ma è anche la sera dei fuochi d'artificio, lunghissimi: con il naso all'insù per 15 minuti, a guardare giochi nel cielo che sembrano così simili a quelli di casa mia.

E alla fine, l'enorme e magico Bonfire: un gioioso e fantastico rogo che, sebbene ben costretto dagli imponenti cordoni di sicurezza tipici del luogo, riesce a rivelare un'imponente magia, una fiamma robusta e alta.

E' sempre così bello guardare il fuoco: sembra quasi che, per un istante, le decine di migliaia di persone convenute spariscano e tutto si riduca ad un faccia a faccia con le sue fiamme.