sabato 21 aprile 2007

Brand new!

Si riprende a studiare a ritmo normale, si continua a lavorare in vista di tantissimi piccoli e grandi traguardi.

E i progetti si fanno sempre più grandi, più belli, più vicini.

E meno male, oserei dire....

Si riprende a studiare, dunque arriva un po' di nuova musica da ascoltare.


Iniziamo con gli inglesi Noisettes: il mondo era ormai privo da troppo tempo della pantera nera Skin ed ecco arrivare l'irruente Shingai Shoniwa, voce potente, urla serrate e lievi pennellate soul, con un'energia tutta femminile a metà tra Anouk e Alanis Morissette. Il loro "What's the time Mr. Wolf" è così pieno di riferimenti e spunti (si va dal high-school rock simil-Blink-182 a ballatone folk e lamenti blues) che non si sa dove il gruppo voglia parare.
Forse vogliono solo divertire, e ci riescono molto bene.



Non conoscevo i Modest Mouse, e me ne cruccio: solido gruppo che fa solido rock, ma in maniera davvero truce. Esordiscono direttamente in testa alla classifica americana con "We were dead before the ship even sank", e già solo questo titolo è per me così foriero di richiami a quelli di Matt Elliott e dei Liars che merita un ascolto.
Ma in realtà si tratta di un album che non colpisce se non dopo qualche ascolto ripetuto, come fanno i buoni dischi. Voce potente, chitarre presenti e portanti, canzoni molto, molto belle. Notevoli i richiami ai Built To Spill, ma il caleidoscopio di riferimenti è vasto e variegato.
Vedremo cosa succederà con i prossimi ascolti, l'album non è "nè immediato nè ostico" (cit.).

Infine, una piccola gemma folk dalla verde Svezia: Frida Hyvonen compone e canta le musiche dello spettacolo di danza "Pudel" del coreografo Dorte Olsen, del quale non conosco davvero nulla se non queste splendide e malinconiche melodie. La ragazza ha stoffa da vendere, le canzoni sono davvero belle e struggenti, mentre la sua voce è delicata ma mai sopra le righe. Frida riesce a cavalcare l’onda di un discreto successo indie del precedente "Until death comes" trovando un percorso fatto di trame maliziose, cucite interamente dal suo piano in perenne agitazione: un’ottima idea, soprattutto se queste intuizioni vengono accompagnate dalle splendide pieces orchestrali.
Romantico e lieve come solo certe storie d'amore a New York possono essere.

E con questo, buon ascolto.

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